«Potenziare le politiche per lo sviluppo rurale, puntando su ricambio generazionale, aggregazione dei produttori, strategie di filiera, sviluppo locale. E orientare le risorse verso le imprese professionali e l’agricoltura produttiva». E’ un passaggio dell’intervento di Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana, – in occasione dell’assemblea regionale della Cia che ha visto una vasta partecipazione da tutte le province toscane – che si è soffermato in particolare sulle novità della Politica agricola comune (Pac). «Bisogna puntare al mantenimento dell’attuale livello di sostegno, oppondendosi ai tagli del budget comunitario – ha affermato Pascucci -. Inoltre realizzare un riequilibrio territoriale e tra beneficiari della spesa storica della Pac. Va ben specificato poi il concetto di ‘agricoltore attivo’ – ha proseguito Pascucci -, privilegiando nella destinazione delle risorse del primo pilastro coloro che traggono reddito da questa attività. Occorre poi favorire il riconoscimento del ruolo dei piccoli agricoltori prevedendo sistemi semplificati. Importante inoltre riconoscere una maggiorazione di aiuti comunitari alle zone montane svantaggiate. Per gli aiuti accoppiati occorre rendere incisivo ed efficace l’intervento, così come, per quanto riguarda la convergenza interna è necessario il riequilbrio sia effettivo e concreto e non modesto come sembrerebbe realizzarsi con le proposte in campo»
Ai tavoli senza ministro – «E’ necessario avere subito un Governo ed un Ministro per essere presenti in Europa, con continuità e autorevolezza – ha detto Pascucci -. Non possiamo mancare ai tavoli dove si decide la Pac». Il presidente di Cia Toscana ha poi continuato: «Il rafforzamento e il rilancio del nostro sistema agroalimentare devono essere una priorità per far recuperare competetitività alle imprese e reddito agli agricoltori attraverso una nuova politica agricola che affronti le fragilità strutturali del settore e sostenga le imprese nelle dinamiche per la crescita e lo sviluppo attraverso il sostegno dell’agreggazione delle imprese, la cooperazione, le reti di impresa. Con il sostegno della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento delle conoscenze. E poi il sostegno internazionale delle imprese agricole ed agroalimentari, difendere il made in Italy alimentare dalle contraffazioni e dall’uso improprio dei marchi. Senza dimenticare la promozione del ricambio generazionale definendo e sostenendo un piano nazionale di azioni organico che preveda l’aggregazione e la mobilità fondiaria. Inoltre – ha proseguito il presidente Pascucci – è importante incentivare il mercato del lavoro prevedendo la riduzione dei costi amministrativi e contributivi, semplificando gli adempimenti e favorendo un’applicazione sostenibile della legislazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Un altro aspetto su cui c’è bisogno di un salto di qualità è il rafforzamento degli strumenti per il credito: occorre favorire alle imprese agricole l’accesso al credito sia per la gestione corrente dell’impresa che per incentivare gli investimenti. E poi – ha sottolineato – tenere presente la riduzione della pressione contributiva, fiscale e dei costi di produzione, riportandoli nella media europea, in primis modifcando l’Imu, con una revisione normativa che non penalizzi i fattori di produzione come invece è avvenuto in questa prima fase di applicazione dell’imposta. Va previsto anche l’azzeramento dell’accisa del gasolio».
Semplificazione burocratica – Per il rafforzamento della competitività delle imprese la crescita effettiva e duratura del sistema economico e sociale è necessario perseguire gli obiettivi strategici della semplificazione burocratica, della qualità della regolazione e dell’efficienza della pubblica amministrazione. Fondamentale, secondo Giordano Pascucci, è poi la gestione delle risorse naturali a partire dal territorio sono strategici, bisogna agire con maggiore efficacia e determinazione: «Gestire le risorse naturali in modo sostenibile, producendo di più con meno risorse e contenendo il consumo di suolo salvaguardando la destinazione agricola e forestale dei terreni. E intervenire tempestivamente – ha aggiunto – nel caso di calamità sia per riavviare le attività a partire da quelle agricole che per il risarcoimento dei danni. E anche per questo sosteniamo le iniziative che si sono svolte a Grosseto nei giorni scorsi». «C’è poi la necessità di un nuovo welfare per garantire i diritti di cittadinanza nelle aree rurali – ha detto Pascucci -; di una profonda Riforma per rendere più efficiente la Pubblica amministrazione ed il sistema istituzionale a partire dalle criticità riscontrate anche nelle competenze in agricoltura». Sulla gestione faunistica, oltre alla revisione delle normative, è poi inderogabile – secondo la Cia Toscana – ridurre la presenza degli ungulati, così come prevedere un risarcimento pieno alle aziende agricole danneggiate.
La terra ai giovani – L’assessore regionale all’agricoltura della Toscana, Gianni Salvadori, intervenuto all’assemblea regionale della Cia, ha sottolineato come sia «giusto dare la terra ai giovani. La Regione ha dato l’esempio con Terre regionali toscane, che deve servire da volano, poi vogliamo che diventi un modello diffuso. E’ necessario ringiovanire la nostra agricoltura». L’assessore ha poi dichiarato di lavorare per diminuire il livello di burocrazia che sta attanagliando le aziende agricole toscane, partendo dall’ipotizzare un modello unico per tutti i bandi del Psr, nonché una sola sistema di controlli regionale. E poi sulle calamità naturali: «per fare in modo che le aziende tutelino anche il paesaggio e l’ambiente – ha detto – bisogna che gli agricoltori abbiano un reddito adeguato». Conclusioni a cura della vicepresidente nazionale Cia Cinzia Pagni, che ha ricordato il buon lavoro di rappresentanza che sta portando avanti Agrinsieme e che, come nelle consultazioni dei giorni scorsi, di fronte a Bersani, sia stata ribadita la necessità di avere un Ministero dell’agricoltura e dell’agroalimentare con poteri forti e propri».