Anche a Pasqua vince la crisi: la stragrande maggioranza degli italiani la trascorrerà tra le mura domestiche, ma sulle tavole prevarrà ancora una volta la tradizione con tanti prodotti, a cominciare dai dolci, “fai da te”. L’agnello, nonostante l’annunciato lieve calo dei consumi dovuto alle difficoltà economiche delle famiglie, troverà spazio nei pranzi di domenica prossima e del lunedì di Pasquetta. Un piatto tipico che ha radici profonde nella cucina delle nostre regioni e che, nel rispetto del benessere degli animali, continua a rappresentare un ruolo “simbolico ed alimentare” per il nostro Paese. E’ quanto sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori ribadendo che la spesa alimentare per le feste non supererà i 2 miliardi di euro, con una flessione del 7 per cento rispetto al 2012.
Agnello e austerità – Se l’agnello resterà anche quest’anno uno dei piatti più significativi della tradizione pasquale in Italia, nei menù della festa -afferma la Cia- troveremo molti prodotti tipici e di qualità (salumi, formaggi, ortaggi, frutta, dolci, uova, pasta), che costituiscono un grande patrimonio del “made in Italy”. Non solo, però, Dop, Igp, Doc e Igt, ma anche quelli che hanno un forte legame con il territorio, frutto della paziente e secolare opera dei nostri agricoltori. Come Natale e Capodanno scorsi, anche Pasqua – avverte la Cia – sarà, tuttavia, “austera”. Non ci saranno spese folli, almeno sotto l’aspetto alimentare. Gli acquisti saranno oculati e si punterà molto sulla tradizione. Così, anche a causa delle ristrettezze economiche e delle annunciate cattive condizioni metereologiche, prevarranno pranzi e cene a casa, fatta qualche eccezione per il giorno di Pasquetta.
Meno uova – La crisi – avverte la Cia – taglierà la spesa per uova di cioccolata e colombe (meno 10 per cento), ma farà crescere il dolce tradizionale “fai da te”. Saranno, infatti, oltre 130 milioni i prodotti che verranno elaborati e sfornati tra le mura domestiche. Una scelta che in questi ultimi tempi si è andata sempre più affermando, viste le difficoltà economiche che impongono ai nostri connazionali di risparmiare e di diversificare i menù. A prepararli saranno quattro famiglie su cinque. E sicuramente un dolce fatto con le proprie mani è molto più conveniente di quelli industriali acquistati nei supermercati. Ma soprattutto si è garantiti dalla qualità degli ingredienti utilizzati (in particolare uova, farina, miele e zucchero) provenienti dalla nostra agricoltura. E attraverso essi si rafforza il legame con le usanze gastronomiche delle varie regioni del nostro Paese. Per preparare questi dolci tipici dei nostri territori si utilizzeranno – rimarca la Cia – circa 400 milioni di uova fresche, 50 milioni di chili di farina, 20 milioni di chili di zucchero e un milione di chili di miele. A questi si aggiungeranno più di 3 milioni di chili fra frutta fresca (mele, pere, fragole, arance e limoni) e secca (nocciole, mandorle, pistacchi e noci) e 3 milioni di barattoli di confetture e marmellate.