Visto che bisogna tagliare, eliminiamo la Commissione Agricoltura. Basta leggere la relazione finale dei 10 saggi, nell’ultima pagina (pag. 29), per vedere che nell’ipotesi di riduzione del numero delle Commissioni è proprio l’Agricoltura a farne le spese. Una proposta che ci appare incomprensibile, da molti punti di vista, che sembrerebbe far emergere una non conoscenza del settore primario da parte dei dieci saggi, e il lavoro delicato ed importante che la Commissione Agricoltura è chiamata a fare. Abbiamo raccolto alcuni commenti.
Accorpare Agricoltura con Ambiente e Paesaggio per Sisti, presidente Conaf – «Una proposta incomprensibile che evidenzia una assenza di visione strategica politica del Paese, che guarda al passato più che al futuro. L’agricoltura rappresenta invece un fondamentale motore per dare nuovo slancio all’intero sistema economico nazionale». E’ questo il commento di Andrea Sistri, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf), alla relazione finale dei cosiddetti “10 saggi”, dove viene formulata un’ipotesi sul numero delle commissioni parlamentari, che eliminerebbe in maniera netta la Commissione Agricoltura, oltre ad accorpare quella dell’Ambiente con quella delle Infrastrutture e Trasporti. Nei mesi scorsi, invece, il Conaf aveva già lanciato la proposta di accorpamento di agricoltura, ambiente, paesaggio e tutela del territorio in un unico Ministero. «La nostra professione ci vede quotidianamente impegnati su materie collegate tra loro mentre, nel corso degli anni, abbiamo constatato come invece le competenze afferiscono a più ministeri – in particolare agricoltura, ambiente, beni culturali e anche sanità – creando spesso una stasi dei procedimenti normativi e amministrativi; o talvolta anche conflitti di attribuzione di competenze o comunque visioni contrastanti che non tendono a risolvere e a dare soluzioni ai problemi posti. E’ per questo che riteniamo strategico per una crescita competitiva del Paese, legato all’identità dei paesaggi e dei territori e delle relative produzioni, la formazione di un ministero dove si possano organicamente organizzare le competenze dell’ambiente, del paesaggio e dell’agroalimentare. Sarebbe quindi auspicabile avere un Ministero delle politiche agroalimentari, ambientali e paesaggistiche; e con la stessa logica anche le Commissioni Agricoltura e Ambiente potrebbero proficuamente essere sintetizzate in una unica Commissione, con l’inserimento del Paesaggio. Ma eliminare la Commissione Agricoltura è ipotesi miope che va nella direzione opposta, una scelta che andrebbe ad indebolire ulteriormente il percorso di crescita innovativo, politico ed economico della nostra agricoltura e dell’agroalimentare italiano».
"Scelta assurda" per Stefàno e De Petris (SEL) – "Non siamo tra coloro che hanno mai pensato che il lavoro dei 10 saggi potesse essere fruttuoso per il Paese, ma mai avremmo immaginato che potesse essere addirittura dannoso. Nella relazione finale i sapienti colleghi, formulando un’ipotesi sul numero delle Commissioni parlamentari, oltre ad accorparne alcune come quella dell’Ambiente con quella delle Infrastrutture e Trasporti, scelta di per sé discutibile, propongono di cancellarne solo una: la commissione Agricoltura". Lo affermano in una nota il presidente dei senatori di Sel, Loredana De Petris e il senatore Dario Stefàno, ex coordinatore degli assessori regionali dell’Agricoltura. "Tale scelta la consideriamo dannosa e assurda per diverse ragioni. L’Agricoltura – si legge nella nota – e più in generale l’agroalimentare, sono tra i pochi settori economici che in questo momento di crisi ancora resistono, pur tra mille difficoltà, e che hanno una valenza strategica per il futuro del Paese. Sul fronte dell’export, peraltro, l’agroalimentare è forse l’unico col segno positivo. Inoltre, negli scenari globali il cibo (accessibilità-scarsità) è una delle grandi questioni su cui i decisori politici dovranno cimentarsi". "Saggezza e competenza – concludono i due senatori di Sel – vorrebbero, dunque, che ci fosse una forte e strategica politica nazionale agricola, così come avviene in altri paesi europei come la Francia, o forse dobbiamo pensare che la scelta poco oculata dei saggi abbia altre mire come l’eliminazione del Ministero delle politiche Agricole?".
"Inaccettabile" per la sen. Pignolini (PD) – ”E’ inaccettabile che nell’ipotesi delle commissioni parlamentari formulata nella relazione finale dei saggi non sia citato in modo esplicito il settore agroalimentare”. Lo afferma la senatrice del Pd, Leana Pignedoli. ”Siamo d’accordo con una revisione complessiva degli organi ministeriali che aggiorni funzioni e integri settori – conclude -. Quello che e’ incredibile e’ che il settore agroalimentare che rappresenta una delle potenzialita’ di questo paese, una domanda nei mercati internazionali in crescita, nella visione dei saggi non venga neppure citato tra le commissioni proposte (neppure in una forma integrata con altre). Chiediamo un approfondimento in merito”.