Vola la grappa italiana all’estero. Mentre il mercato interno mostra chiaramente i segni della crisi dei consumi (-5%), l’export si dimostra una risorsa per i distillati italiani, soprattutto per la grappa.
I numeri – Nel 2012 si è registrata una crescita nelle esportazioni del 15% rispetto allo scorso anno, con risultati di particolare soddisfazione nell’Estremo Oriente. E’ quanto rileva AssoDistil, l’Associazione italiana degli industriali distillatori, in occasione dell’assemblea annuale. In aumento anche la produzione: la grappa ha visto lievitare i volumi di produzione del 18%. Buona la performance dell’acquavite da vino (+14%), mentre sono stabili i distillati di frutta.
I Paesi che comprano "italiano"- Sul fronte export – sottolinea AssoDistil – il principale Paese importatore continua ad essere la Germania, che copre il 62% delle esportazioni del prodotto in bottiglia. Seguono poi la Francia, l’Austria e gli Stati Uniti. Ottimi i risultati dell’export nell’Est europeo, con la crescita delle vendite in Estonia (+10%), Lettonia (+24%), Slovacchia (+13%) ed Albania (+64%). In Russia si registra un incremento del 27%. Ma la grande sorpresa arriva dall’Oriente, grazie alle esportazioni in Thailandia (+60%), nelle Filippine (+40%), in Giappone (+20%) e a Taiwan (+76%). In occasione della sua assemblea, AssoDistil ha anche chiesto alla Commissione europea di riconoscere il diritto all’imbottigliamento della grappa nella zona d’origine, in modo da evitare contraffazioni.