Cerealicoltura e settore zootecnico in ginocchio in Toscana a causa di un andamento climatico disastroso, con una primavera ha fatto registrare una alta piovosità e temperature basse, al di sotto delle medie stagionali. E’ quanto è emerso dall’analisi della Cia Toscana in occasione della direzione regionale che si è tenuta a Siena. «Una situazione simile in tutte le province toscane – ha detto Giordano Pascucci, presidente della Cia regionale -. Cereali, foraggere e zootecnia i comparti pesantemente danneggiati, con situazioni gravi a Siena e Grosseto per la cerealicoltura. Nelle zone costiere dell’alta Maremma, danni ingenti – talvolta la mancata produzione è anche del 100% – per le colture frutticole (come albicocco e susino) per la mancata allegagione e problemi fitopatologici».
Focus Siena – In provincia di Siena oltre alla piovosità straordinaria si è dovuto fare i conti con abbassamenti di temperature consistenti fino alla prima settimana del mese di giugno, secondo quanto rilevato dai tecnici della Cia senese. Fin dallo scorso mese di novembre le piogge sono state consistenti e prolungate, rendendo estremamente difficoltose le lavorazioni agricoli, a partire dalle semine dei cereali autunno-vernine e impedendo l’accesso ai mezzi agricoli per le fasi lavorative. Per i cereali si è avuto una riduzione della superficie del 50%, considerando anche che le piogge primaverili hanno facilitato gli attacchi di funghi (oidio, ruggine, septoriosi) portando – oltre ad un dimezzamento della produzione – anche ad una crescita di costi per le aziende che sono intervenute con trattamenti specifici. Peggio ancora – spiega la Cia – è andata per le foraggere che non sono state raccolte a causa dell’impossibilità di falciatura da parte dei mezzi agricoli. Ritardi sulle semine e successive fasi vegetative per le coltura primaverili-estive (mais e girasole), mentre problemi di ristagno idrico per le coltivazioni arboree. Sbalzi termici e basse temperature hanno infine portato ad un ritardato risveglio vegetativo per i vigneti (per ridurre perdite di prodotto e attacchi di malattie si sono resi necessari interventi fitosanitari); mentre per l’olivo si è registrato un ritardo di vegetazione e fioritura nonché, in alcuni casi, attacchi funginei alla chioma (occhio di pavone).