Oltre mille forme di formaggio prodotto con latte contaminato da una muffa cancerogena sono state sequestrate dai Nas di Udine al termine di un’indagine durata sei mesi. L’operazione ha coinvolto 300 Carabinieri del NAS e dei Comandi Provinciali, che questa mattina hanno eseguito, in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia, – 86 perquisizioni locali e personali con l’arresto di 5 persone (una in carcere e 4 ai domiciliari), oltre a un obbligo di dimora, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, all’adulterazione di alimenti e al commercio di derrate nocive.
La frode – Il latte era destinato ai caseifici, per produrre formaggio, e ai punti vendita dove veniva posto sugli scaffali come latte fresco. Il latte veniva ritirato da imprenditori agricoli associati al Consorzio di allevatori Cospalat della provincia di Udine, per essere poi miscelato e trasportato ai caseifici di Selva del Montello (Treviso), Sacile (Pordenone) e Feletto Umberto (Udine), dove veniva destinato alla produzione del formaggio Montasio doc. Questo, nonostante si trattasse di latte proveniente anche da caseifici non certificati per la produzione dello stesso Montasio doc, violando cosi’ il disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico fisico e organolettiche del prodotto. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Nas di Udine, comandati dal capitano Antonio Pisapia, il latte destinato al Montasio non avrebbe contenuto la aflatossina, la muffa cancerogena. Il latte destinato ad altri caseifici che producono altri formaggi, conteneva la sostanza pericolosa; esso veniva diluito con prodotto non contaminato per renderlo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti.
Le indagini – Negli oltre sei mesi di indagini condotte da maggio a dicembre 2012, i carabinieri del Nas di Udine hanno sequestrato 1.063 forme di formaggio prodotto con latte contaminato, e scoperto che partite di latte vendute come contenente Omega3, era in realtà latte diluito con semplice acqua. «Abbiamo verificato che c’erano strani passaggi del latte – ha spiegato il comandante dei Nas di Udine, capitano Antonio Pisapia – che ad esempio partiva da Udine, arrivata fino a Brindisi per poi tornare indietro fino ad Arezzo».