Si è tenuto al Mamu di Mantova l’incontro in cui è stato siglato il protocollo d’intesa sulla filiera suinicola che ha stabilito la determinazione della composizione della carcassa del suino per la quotazione a peso morto. All’incontro, oltre ai principali esponenti del comparto – organizzazioni, imprese e associazioni – erano presenti gli assessori all’agricoltura delle Regioni del nord (Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna). Regioni dove vi è la maggior presenza di allevamenti, macelli e salumifici e che insieme valgono l’80% della suinicoltura italiana.
ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi – esprime grande soddisfazione per la delibera avvenuta durante questo importante incontro. “È un traguardo davvero rilevante – afferma Davide Calderone, Direttore di ASSICA – poiché ad oltre un anno dalla vigenza dell’articolo 14 del Regolamento CUN, era ormai diventato imprescindibile procedere alla definizione dei parametri per quotare i suini a peso morto. In un periodo economicamente difficile come quello che stiamo vivendo in questo momento, non era più accettabile non considerare ufficialmente parametri oggettivi per la compravendita dei suini”. Il pagamento dei suini a peso morto è uno strumento per valorizzare la qualità della produzione suinicola e, di conseguenza, premiare economicamente quegli allevatori capaci di realizzare la materia prima adeguata alle caratteristiche peculiari dell’industria salumiera. Caratteristiche che sono il fattore di successo dei nostri prodotti presso i consumatori. Questa delibera inoltre darà la possibilità a tutti gli operatori della filiera suinicola italiana di allinearsi al resto dell’Europa dove i parametri che regolano questo mercato sono già stabiliti da diversi anni.
Il commento dell’Assessore del Piemonte Claudio Sacchetto: “L’obiettivo a lungo perseguito è stato centrato. Nella giornata odierna si è portata a termine con successo la prima tappa di un percorso tecnico interregionale avviato da tempo, un tavolo di concertazione che ha visto la collaborazione sinergica di tutti gli attori della filiera suinicola. Il risultato va letto innanzi tutto in chiave pragmatica, vale a dire nel raggiungimento di un’intesa condivisa sulla definizione del “peso morto” e di “presentazione della carcassa”, senza considerare tutti gli aspetti indiretti legati al miglioramento della remuneratività dei produttori, all’incremento (nel medio periodo) del potere contrattuale da parte del settore, alla maggiore trasparenza e all’elaborazione di possibili misure di attenuazione di questioni croniche insistenti sul sistema. Ma l’esito finale del confronto rappresenta soprattutto, in un’ottica più generale, un caso quasi unico di Regioni accomunate da esigenze comparabili unite dalla forte volontà di affrontare sinergicamente le debolezze –sia economiche che strutturali- della propria filiera di produttori.
Al settore suinicolo non si poteva rispondere in modo più soddisfacente, l’unione strategica delle forze da parte delle aree regionali italiane storicamente vocate all’allevamento di suini rappresenta un inizio importante che potrà sfociare in una regia sempre più coordinata ed efficiente con il trascorrere del tempo, con gli Assessori Regionali all’Agricoltura pronti a prestare il proprio sostegno tecnico alle esigenze di questo comparto strategico per l’economia”.