La crisi taglia le ferie ma l’agriturismo ‘resiste’

La crisi taglia le vacanze, scoraggia i viaggi oltreconfine e “accorcia” la durata delle prenotazioni. Tra il potere d’acquisto sottoterra, le retribuzioni ferme e la lotta per arrivare a fine mese, quest’estate quasi la metà degli italiani resta a casa. E anche tra chi parte, la scelta per 2 vacanzieri su 3 è quella di rimanere in Italia: località vicine, soggiorni brevi e soluzioni “low-cost”. Tutti elementi che premiano gli agriturismi, che “resistono” meglio degli altri ai colpi della recessione con 1.450.000 ospiti attesi tra la fine di luglio e il mese di agosto e un calo di presenze “leggero” (-3,2 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2012. E’ quanto stima Turismo Verde, l’associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.

L’analisi –
La necessità delle famiglie di ottimizzare il rapporto qualità-prezzo anche in vacanza permette agli agriturismi di soffrire di meno il crollo della stagione turistica -osserva l’associazione della Cia-. Nelle strutture ricettive agricole i listini sono sostanzialmente invariati sull’anno scorso e aumenta l’offerta di “pacchetti” personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere). Inoltre -spiega Turismo Verde Cia- c’è il relax della campagna ma non così lontano dal centro urbano, la possibilità di soggiornare, risparmiando, vicino a località di mare o città d’arte, e soprattutto c’è l’aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. D’altra parte, per metà degli italiani andare in vacanza vuol dire proprio questo: riposo (25 per cento), buona tavola (19 per cento) e attività ricreative e culturali (13 per cento). In Italia -ricorda Turismo Verde- gli agriturismi sono 20.413, con una crescita del 2,2 per cento nell’ultimo anno, per un totale di 210.747 posti letto, 385.075 coperti a tavola e 9.113 piazzole di sosta per l’agri-campeggio.

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