L’accertamento del quarto focolaio di influenza aviaria a Mordano, sul confine tra le province di Bologna e Ravenna, è stato individuato proprio grazie alle strette misure di sorveglianza sanitaria messe in atto dalle autorità per contrastare la diffusione del virus e garantire la massima sicurezza sia ai produttori che ai consumatori. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, ricordando che il tempestivo piano d’azione adottato dall’Italia ha ricevuto anche il plauso dell’Ue per l’efficiente gestione dell’emergenza. Non c’è nessun pericolo per la salute umana che possa derivare dal consumo di uova e carni avicole -ribadisce la Cia- ma certo il dilagare dell’aviaria in Emilia fa temere effetti economici e occupazionali molto pesanti per gli allevatori e per tutto il territorio. Non si può dimenticare che la regione da sola accentra oltre il 15 per centro dei volumi di produzione italiana, pari a oltre 12 miliardi di uova l’anno, e compreso l’indotto dà lavoro a circa 6mila persone solo nell’area romagnola. Certo è difficile fare una stima dei danni con le operazioni di sanificazione e gli abbattimenti cautelativi tuttora in corso -osserva la Cia- ma è chiaro che bisognerà fare il possibile per evitare il blocco del comparto, in primis con la garanzia dell’arrivo degli indennizzi comunitari in tempi rapidi e certi.
Aviaria, funziona bene sistema controlli. Ma in Emilia Romagna c’è rischio paralisi
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