L’aumento dell’aliquota Iva colpisce dai succhi di frutta al vino con un aumento dei prezzi delle bevande piu’ diffuse tra grandi e piccini. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle principali voci della spesa alimentare interessate dall’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento dal primo ottobre. Se la maggioranza dei prodotti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta sono esclusi dai rincari, l’innalzamento dell’aliquota – sottolinea la Coldiretti – si sentirà soprattutto nei bicchieri degli italiani: dalle bevande gassate ai superalcolici, dai spumanti alla birra, dai succhi di frutta al vino, fino all’acqua minerale. A preoccupare è soprattutto l’effetto sui consumi per bevande come il vino che deve affrontare uno storico calo dei consumi in Italia pari al 7,2 per cento rispetto allo scorso anno, nel primo semestre del 2013. L’aumento dell’ imposta sul valore aggiunto rischia – conclude la Coldiretti – di dare il colpo di grazia agli acquisti di vino sul mercato nazionale che sono scesi al minimo storico dall’Unità d’Italia con appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia nel 2012.
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