Stragi di ovini in Maremma a causa degli attacchi dei lupi. Gli allevatori della Cia Toscana e Grosseto propongono di costituire un tavolo di emergenza presso la prefettura di Grosseto per affrontare il problema della predazione contro i greggi delle pecore che subiscono attacchi ormai quotidianamente. La proposta è emersa dall’incontro del Gie (gruppo d’Interesse economico) degli allevatori ovini che si è tenuto alla Cia di Grosseto. «Lupi o canidi che siano bisogna fermarli – ha sottolineato Enrico Rabazzi, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Grosseto -, è una strage quotidiana e gli allevatori non ce la fanno più a sostenere questo danno. Le forme di rimborso sono del tutto inadeguate e coprono le perdite economiche solo in minima parte. Stiamo assistendo a chiusure di allevamenti anche a causa degli attacchi dei predatori – prosegue Rabazzi – e così s’impoverisce l’economia agricola e tutto il territorio»
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Sostegno – Dagli allevatori emerge inoltre la necessità di ridefinire una strategia a sostegno del settore ovino per organizzare interventi urgenti. «Siamo di fronte al paradosso che il latte ovino scarseggia e il prezzo resta invariato – ha affermato Massimiliano Ottaviani, allevatore di Scansano e coordinatore del Gie -. La produzione di latte negli ultimi due anni è calata almeno del 20% a causa delle ripetute calamità, siccità e alluvioni, che hanno interessato particolarmente la Maremma e tuttavia i prezzi restano al di sotto dei costi di produzione; serve dunque maggiore aggregazione dei produttori e un ruolo più forte ed incisivo delle strutture economiche soprattutto della cooperazione».
Azioni – Per sostenere gli allevamenti ovini, sottolinea la Cia Toscana, ha proposto che nella riforma della Pac e nella nuovo Piano per lo sviluppo rurale (PSR), siano previste priorità specifiche per la zootecnia; dall’ex articolo 68, alle misure agroambientali, alla ricostituzione e al riuso dei pascoli, la nuova Pac deve “parlare il linguaggio degli allevatori” dando a essi un incoraggiamento e un sostegno concreto. «Bisogna creare meno problemi alle aziende con meno burocrazia e regole più certe – ha proseguito Enrico Rabazzi -, stiamo cercando di trovare le soluzioni migliori per lo smaltimento delle carcasse degli animali morti attraverso forme che siano meno costose per gli allevatori, compreso una nuova disciplina che preveda l’interramento aziendale. Inoltre è importante ridefinire una strategia sui temi della ricerca e innovazione per il miglioramento genetico e anche per la introduzione di razze più idonee all’allungamento del periodo della lattazione (destagionalizzazione). Infine – ha concluso Rabazzi – è necessario attivare nuove politiche di tutela e valorizzazione del prodotto trasformato con latte ovino toscano e avviare iniziative di promozione verso nuovi mercati soprattutto esteri dove il prodotto tipico e di qualità italiano trova sempre grande interesse e apprezzamento».
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