In questa fase di crisi profonda, con la disoccupazione giovanile che ad agosto sfonda quota 40 per cento, non si può trascurare il ruolo anticiclico dell’agricoltura, che ha già dimostrato ampiamente di saper creare nuovi posti di lavoro. Nelle campagne ci sono molte possibilità, ora messe a rischio dalla crisi di governo, con le imprese che potrebbero ritrovarsi, in mancanza della legge di stabilità, a dover pagare a dicembre la seconda rata dell’Imu. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat. Si tratta di risorse importanti che le imprese agricole possono utilizzare per investire, prima di tutto sul lavoro. D’altra parte – ricorda la Cia – nell’ultimo anno in agricoltura sono stati proprio i giovani a contribuire in modo più significativo alla crescita del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno di 35 anni sono aumentati del 5,1 per cento. E non si possono sottovalutare neppure le indicazioni che arrivano dalle università -sottolinea la Cia-. Secondo dati pubblicati di recente da Almalaurea, infatti, un agronomo su due trova lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo, e quasi uno su tre con un contratto stabile. Tanto che, dall’inizio della recessione, la facoltà di Agraria ha fatto registrare un picco di immatricolazioni superiore al 40 per cento, a fronte di un crollo generalizzato delle iscrizioni di oltre il 12 per cento in cinque anni.
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