“Ogni qual volta si parla di sicurezza alimentare e nutrizione si ricordano le cifre impressionanti che ci dicono che sono quasi 842 milioni le persone al mondo sottoalimentate. Il cibo è un diritto, ed è un diritto di cui ogni essere umano non può e non deve essere privato. Purtroppo occorre ancora lottare, e molto, affinché questo diritto trovi concreta attuazione per tutti”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, ha dichiarato nel suo intervento al convegno di apertura della Giornata mondiale della Alimentazione, che si è svolto questa mattina presso la sede della FAO a Roma.
Criticità – “Il rapporto sullo stato dell’insicurezza alimentare mondiale 2013 pone in evidenza come, nonostante alcuni progressi rispetto allo scorso anno, permangano criticità – ha affermato il Ministro – in diverse regioni del mondo che sono ancora lontane dall’ottenere risultati positivi”. “Per combattere questo fenomeno, a cui concorrono molti fattori, occorrono politiche concrete volte a favorire l’inclusione sociale, l’aumento della produttività agricola, l’accessibilità ai prodotti e il contrasto degli sprechi. Una lotta in cui dobbiamo essere uniti e quale forum migliore di questo per ribadire il nostro comune impegno a sostenere – ha proseguito De Girolamo – il Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale, i cui lavori si sono conclusi venerdì scorso. Si tratta infatti della piattaforma più inclusiva esistente per definire le politiche per la sicurezza alimentare, e in quanto tale ci auguriamo abbia un ruolo di rilievo nella definizione dell’agenda per lo sviluppo post-2015”.
Vera sfida – “La vera sfida resta chiaramente quella di trovare modelli di sviluppo idonei, anche in considerazione dell’aumento del fabbisogno di cibo che dovremo affrontare in futuro. Come Italia concordiamo con gli impegni presi a livello internazionale per contenere la volatilità dei prezzi, aumentare la produttività agricola, sostenere colture alternative e con un minore impatto ambientale (come quelle proteiche), garantire le condizioni dei territori e delle risorse disponibili, anche e soprattutto di quelle idriche. Dobbiamo intervenire anche per proteggere i terreni agricoli dall’avanzata della cementificazione, contenendo quel fenomeno di impermeabilizzazione che aggrava ulteriormente la situazione dell’autosufficienza alimentare di molti Paesi”.
Educazione – “Ma vorrei parlarvi anche di un altro tema a me molto caro, e cioè dell’importanza della componente educativa, un aspetto che è centrale anche per il tema di oggi. Dobbiamo infatti educare i nostri cittadini, penso soprattutto alle nuove generazioni, al fatto che il cibo è un fenomeno culturale che va preservato, in cui affondano le nostre radici e da cui dipende il nostro futuro, e lo dico come rappresentante di un Paese che è in prima linea nel promuovere questo concetto”. “È quindi basilare sostenere politiche di sicurezza e salubrità alimentare anche attraverso interventi educativi mirati. Personalmente mi sono impegnata in una campagna nelle scuole, visitando anche alcuni istituti per promuovere il programma europeo “frutta nelle scuole” affinché i nostri bambini non abbiano a crescere con modelli di riferimento nutrizionali sbagliati, che aumentano l’obesità e anche i costi sociali che una sovralimentazione comporta”. “Sono molto soddisfatta di poter dire oggi anche che il Governo ha destinato, all’interno della Legge di stabilità cinque milioni di euro al fondo per gli indigenti, un’iniziativa preziosa soprattutto in questo momento di crisi”.
Diritto al cibo – “Tornando al principio che ho citato all’inizio, vorrei aggiungere che quello che deve essere garantito a tutti non è solo il diritto al cibo ma anche il diritto a un cibo sano e nutriente. È pertanto necessario intervenire nel momento in cui si formano le abitudini alimentari. Per questa ragione uno dei miei primi interventi come Ministro è stato quello di firmare una Carta d’Intenti con il Ministro dell’Istruzione al fine di educare i ragazzi ad una sana alimentazione, al rispetto della natura, e alla lotta contro gli sprechi alimentari”. “E voglio soffermarmi su questo argomento, perché se è vero che vi è necessità di azioni condivise a livello internazionale, non bisogna trascurare l’importanza di piccole realtà, come quella familiare per dare concreta attuazione a tali principi”. “Serve un cambiamento culturale radicale che favorisca l’affermarsi di una maggiore responsabilità in materia alimentare da parte di tutti. Ridurre lo spreco alimentare non è, infatti, solo la strategia più condivisa in tempo di crisi ma un obbligo a cui siamo tenuti se vogliamo garantire un futuro di sostenibilità al nostro pianeta: ed è qui che condividere, anche in famiglia, la riduzione degli sprechi, l’acquisto di prodotti del territorio e di qualità, l’utilizzo delle giuste porzioni con i giusti apporti calorici come la dieta mediterranea ci insegna, risulta essere non solo una forma di corretta economia domestica ma il volano di un modello di società che punta su scelte più consapevoli e senz’altro più moderne”.
Cultura – “Mi preme infine concludere ricordando, come donna e come madre, il ruolo che le donne hanno come artefici di qualsiasi positivo cambiamento. Confido, infatti, nella funzione e nel sapere delle donne che quasi sempre, nel nostro difficile mondo urbano, sono guida e stimolo alle famiglie e che nelle culture più tradizionali si adoperano tra grandi sacrifici – ha concluso il Ministro – a garantire il sostentamento familiare non solo nella preparazione dei pasti ma anche nell’approvvigionamento delle materie prime spesso con un duro lavoro nei campi. Sono le donne ad essere depositarie del know-how alimentare, sono loro che ancor oggi impostano il regime nutrizionale familiare. E visto che la famiglia è alla base di ogni società, ben riposti saranno i nostri sforzi indirizzati a sostenere le donne nell’ importante compito di crescere la loro famiglia ed avviare le nuove generazioni a un sano modello di cultura alimentare”.