Luì, chi è? Devono essersi domandati i tre ornitologi in visita all’Isola di Pianosa nel sentire uno strano cinguettio dal fondo di un boschetto di ginepro. Il richiamo, infatti, sembrava diverso dai soliti delle specie migratorie che si fermano da queste parti al’inizio dell’autunno. E così, imbrancato in mezzo con altri piccoli insettivori, tanta è stata la sorpresa nel l’osservare il Luì Forestiero, il cui nome scientifico è Phylloscopus inornatus, arrivato a Pianosa direttamente (si fa per dire) dalla Siberia. Pochi casi accertati finora in Italia, il Luì avrebbe percorso circa 3.000 chilometri.
Da dove viene il Forestiero – Il “Forestiero” è un uccellino minuscolo (può arrivare a pesare al massimo otto grammi, per 9-10 centimetri di lunghezza), possiede doppie barre alari e sopraciglio lungo e il suo areale di nidificazione si ferma ad occidente sugli Urali, a nord sul limite della Taiga e ad est sulle coste del Pacifico. Normalmente sverna in Asia sud orientale, ma, sostengono gli esperti, una piccola frazione della sua popolazione “dirotta” decisamente verso ovest attraversando l’Europa da nord a sud. E uno è arrivato direttamente nel nostro arcipelago. Una autentica sorpresa, che viene osservata solo raramente. Infatti, dicono gli esperti, il piccolo migratore visita regolarmente il nostro Paese ma ne vengono osservati solo pochissimi individui; soprattutto a Pianosa, tappa obbligatoria durante la sua migrazione.
Gli altri migratori di Pianosa – Ma gli uomini del Centro Ornitologico Toscano hanno osservato altre specie ospiti dell’isola, un tempo carcere. A riposare anche un Falco pescatore, che ancora non ha ripreso il volo, mentre iniziano a passare i primi migratori “a corto raggio”, che cercheranno di svernare alle nostre latitudini, come i tordi e colombacci. Intanto, l’isola è piena del ticchettìo del Pettirosso, che annuncia l’imminente arrivo del freddo, mentre sempre dall’Oriente proviene un altro elegante e raro rapace: l’Albanella pallida. Gli ornitologi hanno poi osservato anche dei “ritardatari”, come un Rondone comune che si attardava sull’isola in caccia degli insetti ancora abbondanti, mentre quasi tutti i suoi conspecifici hanno già da tempo raggiunto i quartieri di svernamento africani. E la migrazione è appena al debutto della sua fase forse più visibile e spettacolare.