Tornano negli Usa i ‘Grandi Marchi’ del vino italiano che, dopo Miami nel 2008, hanno scelto, a distanza di 5 anni, gli Stati Uniti per il proprio evento istituzionale. Si tratta dell’appuntamento annuale piu’ rappresentativo per l’Istituto, che vede la presenza di tutti i titolari delle aziende associate impegnati nella presentazione e degustazione dei loro vini. E questa volta è la California, una delle piazze americane ad alto gradimento del vigneto Italia e non solo, a ospitare il 22 ottobre le 19 aziende-icona del nostro made in Italy unite nell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi).
Tutto esaurito – A San Francisco il programma della giornata, organizzata dalla IEM, prevede un seminario dal titolo "Exploring the authentic wines of Italy" tutto incentrato sulla presentazione di vini provenienti da vitigni autoctoni delle diverse aree produttive, tema di grande interesse per il mercato americano. Il seminario si rivolge a stampa, sommelier e opinion makers e, rispetto ai 120 posti disponibili, ha fatto registrare il tutto esaurito in pochissimo tempo. Al seminario faranno seguito due walk around tasting cui complessivamente sono attese oltre 500 persone: uno riservato agli operatori del settore e alla stampa specializzata, l’altro rivolto ad un selezionato pubblico di soci di wine club e wine lover.
Il presidente Antinori – “Nonostante gli Stati Uniti siano il mercato numero uno per consumi, solo il 30 per cento degli americani beve vino, il che vuol dire che il vino italiano ha ancora ampi spazi di manovra”, ha detto il presidente dell’Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori. “Non è un caso – ha detto – che abbiamo scelto la California come meta della tappa istituzionale che vedrà tutti i 19 produttori presenti. E’ nella patria del vino made in Usa che c’è infatti maggior fermento e dove si sta delineando una nuova compagine di giovani consumatori che dimostrano di apprezzare molto il vino italiano. Ragazzi e ragazze tra i 20 e i 30 anni che si informano, che sperimentano e che si stanno orientando su una fascia di consumo medio-alta targata soprattutto Italia. Con queste premesse – conclude Antinori – possiamo pensare ad un futuro decisamente positivo”.
In crescita – Il vino italiano continua a crescere negli Usa, il primo mercato al mondo per consumi complessivi. Dopo aver distanziato i Paesi concorrenti nei primi mesi dell’anno (Australia, Francia e Cile), nel secondo semestre l’Italia ha mantenuto la posizione raggiunta nel mercato americano del vino con un aumento dell’1,9% in quantità e del 5,6% in valore, esportando 1,2 milioni di ettolitri (1,247,980) per un valore di 632,2 milioni di euro. Un mercato, quello americano, che anche grazie alla nuova spinta dei giovani consumatori (i millennials, giovani tra i 21 e i 34 anni) rientra nella top list dell’Istituto del vino italiano Grandi Marchi che ha scelto la California (dove si produce il 90% del vino Usa) come tappa del suo evento istituzionale.