Paolo De Castro è intervenuto in Aula a Strasburgo chiedendo che si avvii un percorso concreto di riflessione sul futuro del settore vitivinicolo, tra i più importanti e strategici del sistema agroalimentare europeo. Un settore che rappresenta per diversi paesi la prima voce dell’export agroalimentare e che punta da anni sulla qualità, principale elemento di forza e successo sul mercato mondiale. Il presidente Comagri ha ricordato come con la riforma della politica agricola comune sia stata scongiurata la liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti (la Pac introduce un sistema di autorizzazioni dal 2016 al 2030, dando la possibilità, a chi ne fa richiesta, di mantenere l’attuale sistema per altri cinque anni), ma anche come sussista ancora un sistema normativo stratificato e talvolta di difficile applicazione per i produttori. Rapportate a oggi, le riforme del passato orientate al controllo della quantità non hanno più senso (già con l’ultima riforma del 2008 erano stati eliminati parte degli strumenti per il controllo della produzione). In prospettiva, dunque, l’obiettivo deve essere quello di superare questi limiti nell’attuale sistema e guardare oltre, a uno scenario che cambia a ritmi sostenuti. Ecco perché è urgente iniziare un percorso di riflessione condiviso con l’obiettivo di creare un regime vitivinicolo che possa rendere la vita degli agricoltori più semplice e che possa, al tempo stesso, garantire strumenti efficaci per lo sviluppo e la crescita competitiva del settore.
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