Non si placa l’emergenza ulivi nelSalento. Una piaga che rischia di propagandarsi nel resto della Puglia e non solo e che ha già visto il diretto interessamento del commissario europeo alla salute Tonio Borg, il quale ha accolto il grido d’allarme del ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo. Il fondo di solidarietà comunitario per le emergenze fitosanitarie verrà attivato e l’Unione Europea compirà ogni sforzo necessario per la salvaguardia degli uliveti pugliesi. Ma la vera partita si giocherà a Roma, dove un utilizzo non perfetto dei fondi potrebbe rallentare i tempi della possibile soluzione e dell’identificazione delle vere cause che hanno portato al disseccamento rapido delle piante, mettendo a rischio sopravvivenza circa cinquemila ulivi. Cause sinora riscontrate, in parte, nel batterio Xylella fastidiosa, verosimilmente coinvolto nel quadro eziologico come compartecipe e non come agente primario, come sottolineato dalla stessa “Accademia dei Georgofili” di Firenze. Per questo il M5S hapresentato in commissione Agricoltura una risoluzione per una proficua sinergia degli enti coinvolti alla ricerca delle possibili cause e soluzioni e per un utilizzo pregnante dei fondi a disposizione.
Misure necessarie – “Risulta fondamentale predisporre tutte le misure necessarie a risolvere il complesso del disseccamento rapido degli ulivi salentini – dichiara Giuseppe L’Abbate – Proprio per questo è necessario un sapiente utilizzo delle risorse economiche a disposizione”. “Per questo – affermano i deputati della commissione Agricoltura – abbiamo depositato questa risoluzione in commissione Agricoltura che impegna il ministro De Girolamo a coinvolgere attivamente le istituzioni e gli enti di ricerca che sinora hanno intrapreso il percorso scientifico, in considerazione della proficua sinergia già messa in atto, per risolvere positivamente un fenomeno che data la rilevanza del settore olivicolo locale, si configura come interesse collettivo e non soltanto dei produttori econduttori di oliveti”. “L’emergenza non può concedere di non effettuare una ricerca scientifica concreta, funzionale e tesa alla ricerca delle vere soluzioni nonché delle reali cause che mettono a repentaglio un patrimonio di tutti: è un rischio che gli agricoltori, in primis, e i cittadini pugliesi non possono permettersi”, conclude Giuseppe L’Abbate.