Le aziende agricole europee sono sempre più grandi e producono di più, evidenzia l’Osservatorio Fieragricola. Nonostante il lungo periodo di recessione economica, il settore primario continentale tiene saldamente e riesce anche a crescere. È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Unione Europea, che ha fotografato la situazione negli Stati membri a esclusione della Croazia. Le imprese, in dettaglio, sono cresciute del 3,8 per cento l’anno (la ricerca si basa sugli ultimi dati disponibili, relativi al 2010) e hanno aumentato la produzione del 5,2 per cento.
Europa – Il Vecchio Continente conta quindi oggi su 12 milioni di imprese agricole, che impiegano oltre 25 milioni di persone su una superficie coltivata di 172 milioni di ettari. Si tratta di un’estensione pari alla superficie di Francia, Germania, Italia e Spagna messe insieme. Al nostro Paese appartiene una fetta considerevole dell’agricoltura europea: contiamo su 1,6 milioni di aziende, circa il 13 per cento del totale. Il nostro, tuttavia, si conferma come un settore primario largamente frammentato, dove la maggioranza delle imprese agricole ha a disposizione meno di 5 ettari.
Crescita – Una spinta decisiva per la crescita è riconducibile al boom degli Stati membri dell’Europa orientale, entrati nell’Ue nel 2004 e cresciuti con picchi anche del 10 per cento. Altro fattore decisivo, i risultati del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, che ha iniettato nel comparto comunitario 96,3 miliardi di euro. I Paesi europei, tuttavia, hanno sfruttato questi finanziamenti in modo differente. I più “virtuosi” sono stati Irlanda, Lussemburgo, Belgio e Austria, tutti al di sopra dell’80 per cento di fondi utilizzati. Fanalino di coda Bulgaria, Romania e Grecia, quest’ultima ferma al 46,9 per cento. L’Italia, al 28 agosto, aveva invece impiegato poco più della metà (il 55,6 per cento) degli 8,98 miliardi di euro messi a disposizione da Bruxelles. Per mettere in pratica gli investimenti previsti per lo sviluppo rurale, gli Stati membri hanno tempo fino al 31 dicembre 2013 (anche se sono previste proroghe).
Prossima PAC – L’attenzione, adesso, si sposta sulla nuova Politica agricola comune, che andrà a coprire i bisogni dell’agricoltura continentale per il settennio al 2020. Il budget destinato all’agricoltura sarà di circa 373 miliardi di euro, in deciso calo rispetto ai 471 del periodo precedente. In totale, al nostro Paese saranno destinati 41,5 miliardi di euro, 27 per i pagamenti diretti, 4 per le Ocm vino e ortofrutta (Organizzazioni comuni dei mercati agricoli) e i restanti 10,5 per lo sviluppo rurale. Nonostante le recenti misure di emergenza adottate dalla Commissione per coprire un “buco” di 1,47 miliardi nei fondi per il finanziamento della Pac, l’agricoltura italiana sarà in larga parte risparmiata. Nel nostro Paese, saranno infatti esentati dai tagli oltre 915 mila produttori, praticamente tre quarti del totale, che non rientreranno nella riduzione dei pagamenti diretti decisa a metà ottobre. La misura, infatti, non verrà applicata alle aziende che ricevono meno di 2mila euro nell’ambito dei finanziamenti diretti della Politica agricola comune.