Un nostro lettore Giuseppe M. di Palestrina (Roma) – che ha una ventina di olivi di 50 anni e una quindicina di pochi anni – ci chiede se le olive (vedi foto) sono state colpite dalla lebbra e se può trattarle con pyraclostrobin.
Lo abbiamo chiesto Lamberto Ganozzi, tecnico della Cia di Siena: “Ritengo che la malattia che ha colpito le queste olive sia appunto la lebbra.A questo punto penso si possa poco per quest’anno, in quanto essendo gli olivi in provincia di Roma, avranno già completato la raccolta delle olive. A tal proposito è bene sapere che le olive attaccate sono molto dannose per la bontà e la salubrità dell’olio (alzano acidità e perossidi e possono cedere anche altre tossine pericolose). Normalmente devono essere effettuati trattamenti preventivi con sali di rame, con interventi ripetuti dalla fase di prefioritura, alla post-allegagione, fino alla maturazione (eventualmente anche ora in post-raccolta, visto che l’andamento stagionale può essere ancora favorevole allo sviluppo del fungo). Tali interventi possono essere accompagnati da opportuni accorgimenti agronomici per ridurre l’inoculo. In particolare si consiglia la eliminazione delle mummie (le olive attaccate e ormai rinsecchite) che consentono lo svernamento dell’inoculo e costituiscono una sorgente di infezione per gli attacchi nella successiva primavera; è inoltre opportuno effettuare delle potature di rimonda, oltre che sfoltire la chioma per favorire un arieggiamento che limita lo sviluppo epidemico della malattia e per facilitare la distribuzione dei prodotti fitosanitari. Anche la raccolta precoce delle olive riduce notevolmente l’incidenza della malattia. Per quanto riguarda il principio attivo "pyroclostrobin" mi risulta che ancora i prodotti in commercio non siano registrati per l’olivo (anche se sono efficaci contro il fungo) e solo alcune Regioni in particolari condizioni e periodi dell’anno hanno autorizzato il loro impiego”.
In allegato la circolare esimplicativa della Regione Puglia