Un prezzo del suino Dop che in dodici mesi è sceso del 15 per cento (confronto ottobre 2012 con ottobre 2013). Costi di produzione che per lo stesso periodo sono cresciuti di quasi il 10 per cento. La conseguenza effettiva è che -come affermato nel corso della riunione del Gie-Gruppo interesse economico suinicolo della Cia-Confederazione italiana agricoltori tenutasi a Bologna- gli allevatori di suini vendono in perdita. Nel frattempo i rapporti interprofessionali con l’industria di macellazione si sono interrotti: è ormai da più di un mese che la Cun (Commissione unica nazionale per la determinazione anticipata del prezzo) vede l’assenza dei rappresentanti dei macelli.
Il mercato della suinicoltura – Il rischio reale -afferma la Cia- è giungere a un mercato selvaggio, tutto ciò alla vigilia della stipula dei contratti annuali tra macellatori e allevatori, che non potranno, come di consueto, avere un riferimento del prezzo. Di fronte a questa drammatica situazione la Cia denuncia come gli allevatori non possano più sopportare questo clima di incertezze senza prospettive economiche per il futuro. Nello stesso tempo chiede al ministro alle Politiche agricole e alla Regioni un impegno straordinario per dare reali prospettive a un settore che, va ricordato, è la base per la produzione del nostro made in Italy della salumeria (Prosciutto di Parma e S.Daniele, ecc).
L’appello al Governo – In tale ottica, la Cia sollecita una verifica urgente del “Piano di impegni esecutivi per il Piano di settore suinicolo” sottoscritto da tutta la filiera e disatteso in molti punti importanti dall’industria di macellazione.
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