«E’ ora che si metta mano in tempi stretti alla definizione ed all’attuazione di un concreto provvedimento per prevenire i dissesti idrogeologici, tutelando e rivalutando il territorio agricolo anche mediante la formalizzazione del ruolo fondamentale di presidio che gli agricoltori svolgono». Questo il commento del presidente della Copagri, Franco Verrascina, dopo quanto accaduto in Puglia, Basilicata, ma anche Toscana e Lazio a causa della nuova ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia e in particolare sulle Marche ha fatto riemergere tutta la fragilità del territorio: ancora una vittima, fiumi e torrenti esondati, frane smottamenti e alluvioni, danni alle coltivazioni che è presto quantificare ma che certamente non saranno di poco conto.
L’allarme – Le parole del presidente della Copagri sono allarmanti e vogliono rappresentare un appello a Governo e Parlamento affinché s’intervenga subito, per l’emergenza e per il futuro, considerando la triste realtà di 6 milioni di italiani che vivono in 29.500 chilometri quadrati di territorio considerati ad elevato rischio idrogeologico, 1.260.000 edifici, tra cui 6 mila scuole e 531 ospedali, che sono a rischio frane e alluvioni, rischio che riguarda il 100% dei comuni in 5 regioni ed in genere per l’82% dei comuni italiani. «In circa 60 anni il costo del dissesto idrogeologico è stato di 213 miliardi di euro, di cui oltre 30 negli ultimi 15 anni. Ciò quando basterebbe il 10% per prevenire», conclude la nota di Copagri.