Anche se studi precedenti hanno indicato che l’esposizione a minime quantità di pesticidi neurotossici, quali i neonicotinoidi, danneggia gravemente il sistema immunitario delle api, rendendole più sensibile agli agenti patogeni, il meccanismo di base non è stato ancora capito a fondo. I risultati di ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale PNAS dell’ Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America). Questo studio è l’ultimo di numerose ricerche che dà forza alle richieste di ambientalisti ed apicoltori di sospendere l’uso di pesticidi neonicotinoidi, come già è stato deciso dalla Commissione Europea lo scorso aprile. I Neonicotinoidi, un gruppo di insetticidi che include il clothianidin e il imidicloprid, sono presi dal sistema vascolare delle piante e tirati fuori attraverso il polline, nettare e goccioline di gutazione che le api mangiano e bevono. Sono particolarmente pericolosi perché oltre ad essere altamente tossici, creano, quando l’insetto è esposto cronicamente a dosi che possono essere anche basse, a effetti subletali, visto che sono presenti nel polline e acqua, e nella polvere che viene rilasciata quando i semi vengono piantati con sistemi automatici. Questi effetti causano seri problemi alla salute delle singole api nonché alle colonie di api. Tra gli effetti: difficolta motoria, di navigazione, di alimentazione, di memoria e di apprendimento delle api e dell’attività alveare.
Dubbio risolto – Fino ad ora il collegamento tra l’esposizione agli insetticidi neonicotinoidi e l’alterazione immunitaria non era stato ancora chiarito. Francesco Pennacchio, docente dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ed i suoi colleghi hanno individuato un gene degli insetti, simile a geni trovati in altri animali, che regola il sistema immunitario. In particolare, il gene in questione codifica per una proteina (LRR) in grado di inibire l’attività di un componente chiave del sistema immunitario: il fattore di trascrizione NF-kB. Quando i ricercatori hanno esposto le api ai dosi sub letali del neonicodinoide clothianidin hanno osservato un significativo aumento nell’espressione del gene che codifica la proteina LRR, e una soppressione concomitante di NF-kB. Questi effetti non si verificavano quando le api sono venivano esposte all’insetticida organofosfato chlorpyriphos. I ricercatori che hanno infettato le api con un agente patogeno comune, il deformed wing virus (DWV) e li hanno esposti al clothianidin e un altro neonicotinoide, il imidacloprid, con concentrazioni simili a quelle che si presenterebbero in campo, hanno trovato un significativo aumento del virus, che non è stato notato né nelle api non trattate nè in quelle esposte al clorpirifos. Il virus è comune nelle api e di solito rimane inattivo, ed è tenuto sotto controllo dal sistema immunitario delle api. I dati dimostrano che i due neonicotinoidi promuovono la replicazione del DWV.
Risultati – "I risultati di questo studio – spiegano Francesco Nazzi e Desiderato Annoscia, del team del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’ Ateneo friulano coinvolto nella ricerca – saranno utilizzati per definire nuovi criteri di valutazione del rischio che considerino anche l’ impatto degli insetticidi sul sistema immunitario delle api. Inoltre, la scoperta offre ulteriori opportunità di studiare come le sostanze neurotossiche possa influenzare la risposta immunitaria degli insetti animali".
Dal 2006 le api hanno sofferto una rapida decrescita della popolazione, con abbandoni dell’alveare ed il fenomeno noto come collasso della colonia. I risultati dello studio aggiungano ulteriori informazioni a quello che è un dibattito tutt’ora in corso sul ruolo di pesticidi nel collasso delle colonie di api, e secondo i ricercatori, questo lavoro è una risorsa importante per gli studi di tossicologia e valutazione del rischio. Gli scienziati concludono: “I risultati che abbiamo riportato indicano la necessità di un test di tossicità a lungo termine, volto a valutare in che modo la progressione di patogeno nelle api è influenzato da residui di insetticidi e dai loro effetti cumulativi, sia sugli insetti adulti che sulle larve. Una valutazione completa e approfondita sull’impatto dell’insetticida sulle api contribuirà in modo significativo alla loro conservazione e allo sviluppo di protocolli più sostenibili di agricoltura intensiva”.
Fonte: beyondpesticides.org, traduzione AIOL