“Soave: oltre la zonazione” è il progetto intrapreso da tempo da Veneto Agricoltura e Consorzio di tutela del vino Soave DOC e Regione. Si tratta di un percorso di studio e conoscenza, avviato nel 2005, con il quale sono stati studiati i terroir, e individuati i grandi cru della denominazione. Lo studio del territorio ha inoltre consentito di analizzare l’identità paesaggistica del comprensorio viticolo e la sua evoluzione nel corso dei secoli. Con il successivo progetto “Vulcania” si è voluto caratterizzare l’immagine del vino Soave legandola all’origine vulcanica dei suoli. Sono state quindi definite le pratiche agronomiche più appropriate, codificando i diversi modi di interpretare il vitigno Garganega in relazione ai differenti ambienti di coltivazione. Il progetto “Zonazione e clima” (anni 2012-13) ha infine preso in considerazione gli impatti del cambiamento climatico sulla vite, definendo innovativi approcci per l’irrigazione dei vigneto, le forme di allevamento e le tecniche di gestione della parete fogliare. Probabilmente anche grazie a questo lavoro sinergico la prima quotazione camerale per la nuova stagione vendemmiale ha permesso alla storica denominazione veronese di confermare i prezzi ad ettogrado per il Soave DOC tra i 7.4 e gli 8 euro. Si tratta di un valore importante tra i più alti nella lunga storia di questa denominazione. Un valore che, appunto, testimonia un importante lavoro di gestione della denominazione anche in un anno che dal punto di vista climatico poteva riservare qualche sorpresa ai produttori. Una stagione vendemmiale che invece si è rivelata molto positiva dal punto di vista qualitativo, grazie ad un settembre che per temperature e precipitazioni possiamo ritenere straordinario per i vitigni a bacca bianca medio tardivi come la Garganega.
Numeri – In attesa dei dati ufficiali l’osservatorio economico del Consorzio stima in non più di 450.000 gli ettolitri complessivi prodotti nell’ultima campagna vendemmiale. Un dato perfettamente in linea con le attese anche alla luce dell’imminente applicazione, dal primo gennaio del prossimo anno, dei contrassegni di Stato su tutta la denominazione. Una decisione che ancor prima di essere attivata sembra dare già i primi importanti risultati. Gli ordini per la nuova campagna sono sensibilmente in crescita, una tendenza ad oggi stimata su un più 15% che se confermata sul lungo periodo confermerebbe la bontà della scelta dei produttori. Sul fronte dei consumi i dati certificati dei primi 9 mesi del 2013 proiettano il volume dell’imbottigliato del Soave su base annua oltre i 435.000 ettolitri,un dato significativo perché in crescita costante anche se leggera da ormai 3 anni. Buone notizie anche sul fronte del Soave Classico che sta chiudendo un ottimo 2013 con valori tra i più elevati della sua storia. Per la vendemmia 2013 di questa storica tipologia si confermano i dati produttivi della scorsa stagione che vale oltre 100.000 ettolitri; ricordiamo che questo areale produttivo è stato il primo ad essere delimitato nel 1931 e che alla luce del recente rilevamento ISTAT si conferma il territorio a più alta densità viticola in Italia a testimonianza della sua specifica vocazione. “Il Soave Classico, sottolinea Aldo Lorenzoni, Direttore del Consorzio, è la zona dove si sono nel tempo sedimentati ed affermati i cru più esclusivi e che vale complessivamente ogni anno oltre 13 milioni di bottiglie per un valore che supera i 35 milioni di euro. Dal punto di vista commerciale poi, i prezzi delle uve sono i linea con i livelli record dello scorso anno, mentre si confermano molto positivi i trend delle richieste, rispetto allo stesso periodo del 2012”.