C’è preoccupazione nelle campagne italiane per l’arrivo di “Attila”, il nucleo d’aria gelida proveniente dal Nord Europa che, a partire da domani, porterà le temperature giù di colpo anche di 10 gradi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Così, mentre in Sardegna continua la conta dei danni al settore, con la stagione produttiva ormai compromessa tra centinaia di ettari coltivati allagati, più di mille capi di bestiame andati dispersi, serre scoperchiate e magazzini per lo stoccaggio dei foraggi fuori uso -spiega la Cia- l’agricoltura si prepara ad affrontare nuovi disagi. Perché il freddo improvviso ed eccessivo vuol dire maggiori costi per il riscaldamento di serre e stalle, prodotti orticoli a rischio, difficoltà nell’approvvigionamento mangimistico per gli allevamenti e nel trasporto e distribuzione dei prodotti, specialmente quelli freschi.
L’allerta – Di conseguenza, se le previsioni meteo verranno confermate e, in particolare al Centro Nord, la neve scenderà anche a bassa quota -sottolinea la Cia- per le coltivazioni in campo aperto c’è pericolo di congelamento e blocco della crescita. Spinaci, radicchio, cavoli, insalate, broccoli, finocchi e carciofi sono i prodotti più “minacciati”. E tra i comparti più in allerta, oltre l’orticoltura, c’è anche la zootecnia -aggiunge la Cia- che potrebbe risentire della diminuzione di resa produttiva degli animali causata dalle rigide temperature. Ma, soprattutto per le serre, le ricadute di freddo e gelo sui costi di produzione potrebbero essere significative, portando aggravi superiori al 5 per cento sulla voce “energia”.
Cosa fare – Ecco perché -conclude la Cia- bisogna accelerare i tempi ed emanare al più presto il decreto di attuazione della norma contenuta nel “decreto del Fare”, approvato a giugno, che rende operativa l’agevolazione sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra con il taglio dell’accisa.
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