Crolla il mercato dei suini. Prezzi giù e gli allevatori vendono in perdita

Nonostante che il patrimonio suinicolo nel 2013 sia risultato in forte calo, situazione che dovrebbe trovare conferma per il 2014 e che risente degli effetti della normativa sul benessere animali, crollano i prezzi e gli allevatori vendono in perdita in una situazione in cui le relazioni interprofessionali sono interrotte. “Gli allevatori suinicoli – interviene la Cia dell’Emilia Romagna –  denunciano e condannano l’irresponsabilità della parte di filiera a valle della produzione che compromette le stesse prospettive delle produzioni salumiere di qualità.  E’ inaccettabile che le quotazioni nazionali dei suini non riconoscano il differenziale di qualità dei nostri suini dedicati alle nostre denominazioni rispetto alle produzioni europee. Il prezzo del suino Dop, infatti, in dodici mesi è sceso del 15 per cento (confronto ottobre 2012 con ottobre 2013). Costi di produzione che per lo stesso periodo sono cresciuti di quasi il 10 per cento – rileva ancora la Cia”. La conseguenza effettiva è che gli allevatori di suini vendono in perdita, mettendo in discussione la sopravvivenza del settore e la stessa fornitura delle filiere di qualità.
“Tema che non pare preoccupare industria della macellazione e salumiera che, anzi, si rifà sul valore della produzione nazionale – commenta la Confederazione italiana agricoltori –  per recuperare le alte quotazioni delle carni di importazione”.

Problemi – L’associazione osserva inoltre che i rapporti interprofessionali con l’industria di macellazione si sono interrotti: “è ormai da 2 mesi che la Cun (Commissione unica nazionale per la determinazione anticipata del prezzo) vede l’assenza dei rappresentanti dei macelli riportando le contrattazione a livello di Borse merci provinciali. Il rischio reale è giungere a un mercato selvaggio, tutto ciò alla vigilia della stipula dei contratti annuali tra macellatori e allevatori che non potranno, come di consueto, avere un riferimento del prezzo. A tal fine – prosegue la Cia – è indispensabile che le Op (Organizzazioni dei produttori) e le cooperative sostengano l’azione dei loro rappresentanti nelle commissioni delle Camere di commercio per l’affermazione di quotazioni corrispondenti alle reali condizioni del rapporto domanda/offerta sul mercato”. Di fronte a questa drammatica situazione la Cia dell’Emilia Romagna denuncia come gli allevatori non possano più sopportare questo clima di incertezze senza prospettive economiche per il futuro, con il rischio di un mercato selvaggio che non tenga conto dell’interesse a medio-lungo termine della filiera. “Si tratta di un atteggiamento ingiustificato e provocatorio nei confronti del Ministero delle politiche agricole e delle regioni che hanno sostenuto e patrocinato nel 2008 l’accordo di filiera con le parti agricole. Chiediamo pertanto un impegno straordinario al Ministero e alle Regioni nel rispetto dell’intesa e nella predisposizione di tutte le azioni utili a dare reali prospettive al settore che, va ricordato, è la base per la produzione del nostro made in Italy della salumeria (Prosciutto di Parma e S.Daniele)”. La prossima pubblicazione del nuovo regolamento sulle Ocm (Organizzazioni comuni di mercato) offre strumenti per rafforzare l’aggregazione della produzione e le relazioni interprofessionali, prevedendo lo strumento della regolamentazione delle produzioni dei prosciutti Dop. “Regolamentazione che non può essere attuata senza riconoscere il ruolo di partecipazione alla programmazione dei suinicoltori”, sottolinea ancora la Cia. “Dobbiamo favorire e sostenere le iniziative in corso per l’attuazione della normativa sul Sistema qualità nazionale relativa al settore suinicolo – conclude la Cia – finalizzata inoltre a dare valore alle carni suine fresche provenienti da suini allevati con le tradizionali metodologie di qualità”.
 
Le cinque proposte della Cia
 
La Cia propone di ridefinire e concordare nel ‘Tavolo suinicolo nazionale’ questi temi:
1-etichettatura delle carni fresche; deve indicare nato ,allevato e lavorato in Italia,
2-iniziative urgenti per rafforzare i controlli sulla carne sui prodotti della salumeria importata in Italia
3-rendere più facilmente comprensibile al consumatore finale la provenienza e la tecnica di allevamento della carne e dei suoi lavorati;
4- valorizzazione dei Prosciutti Dop: programmazione produttiva, incentivazione all’export
5- attuare le nuove norme europee sullo sviluppo delle Organizzazioni di prodotto e interprofessionali e sulla programmazione dei prosciutti Dop.
 

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