Oltre 100mila bottiglie di vino ‘Primitivo di Manduria’, commercializzato anche in campo internazionale da un’azienda vitivinicola abruzzese, sono state sequestrate dalla Gdf perché vendute utilizzando marchi ingannevoli, di pertinenza di una cantina di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). I militari hanno avviato le procedure per oscurare i siti web che vendono i vini. Gli imprenditori sono stati denunciati per contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci.
Controlli serrati per difendersi dalle frodi – Per il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, “non e’ un caso che le frodi in campo vitivinicolo colpiscano soprattutto il ‘primitivo’ dato che e’ uno dei prodotti piu’ riconoscibili del nostro territorio e anche nella vendemmia 2013 gli e’ stato attribuito un prezzo superiore a quello dell’anno scorso, con un trend di crescita costante. In America un vino, lo ‘Zinfandel’, viene venduto e si sta affermando sul mercato come ‘Primitivo di Manduria’. I controlli serrati servono a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicita’ e la localizzazione del prodotto”. Secondo Coldiretti, "e’ proprio questo legame indissolubile a dover essere tutelato attraverso l’etichettatura chiara e trasparente dell’origine dei prodotti, unico strumento per contrastare le importazioni massicce di prodotti di dubbia origine e provenienza, spacciati per ‘made in Puglia’".
Il plauso di Confeuro – “Il sequestro da parte della Guardia di Finanza della procura di Taranto di vino “Primitivo di Manduria” commercializzato attraverso marchi ingannevoli – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – conferma l’ottimo lavoro svolto da parte delle autorità di controllo e l’esigenza di mantenere alto il presidio della legalità. L’agricoltura italiana è rinomata nel mondo per la sua qualità, e in alcun modo può permettere che la sua reputazione (e quella dei suoi operatori) venga intaccata da azioni e condotte illegali. Il mercato vinicolo poi, il cui export fino a settembre 2013 è cresciuto di oltre l’8%, – conclude Tiso – è uno dei fiori all’occhiello del comparto agroalimentare italiano e va difeso con tutti i provvedimenti necessari”.