“Per troppo tempo nella Terra dei fuochi si è inquinato, sversato, commesso crimini indicibili con tante complicità, anche di chi girava la testa dall’altra parte. Ora è il momento di affermare la legalità, come abbiamo fatto con il decreto del 10 dicembre. Sono arrivati i primi arresti per chi appiccava i roghi ai rifiuti e ora procediamo con celerità come avevamo promesso. L’individuazione e la perimetrazione dei terreni inquinati della Terra dei fuochi è una priorità assoluta e per questo in attuazione del decreto del Governo ho firmato entro 10 giorni, invece dei 15 previsti dalla legge, la direttiva che è necessaria per dare il via al gruppo di lavoro per le indagini. L’obiettivo è quello di esaminare i terreni, anche attraverso l’eventuale accesso, laddove necessario, e stabilire se sono inquinati o meno. I campi analizzati verranno poi classificati e se sono stati oggetto di sversamenti verranno dichiarati non adatti per le coltivazioni alimentari. Stiamo impiegando altissime professionalità, che non riceveranno alcun compenso aggiuntivo per questo incarico, ed entro due mesi avremo le relazioni sui risultati, dopo le quali emaneremo il decreto per la perimetrazione delle zone inquinate. Questo dobbiamo alla popolazione del territorio e a tutti i consumatori, perché nessuno possa più ledere all’immagine dell’Italia e della Campania anche a livello agroalimentare”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, commenta la sua firma alla direttiva del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali insieme al Ministero della Salute e al Ministero dell’ambiente in attuazione del decreto “Terra dei fuochi” del 10 dicembre.
Primo passo – “Si tratta del primo passo previsto dal decreto – ha aggiunto il Ministro – al quale seguiranno quelli diretti sui campi. Con la direttiva abbiamo individuato con precisione la prima area della Regione Campania che sarà analizzata prioritariamente. Abbiamo introdotto anche un concetto, che è quello di lavoro di squadra tra i Ministeri e gli organismi coinvolti. Tutti gli enti, infatti, condivideranno i dati in loro possesso e quelli che emergeranno durante le indagini, attraverso l’utilizzo della struttura informatica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise per la raccolta per la raccolta delle informazioni, l’esecuzione delle procedure di classificazione e la registrazione dei terreni oggetto di indagine. Del gruppo di lavoro fanno parte rappresentanti del Consiglio per la ricerca in agricoltura (CRA), dell’Ispra, dell’Istituto Superiore Sanità, di Agea, della Regione Campania, dell’Arpac, dell’Università degli studi di Napoli Federico II e dello stesso Istituto Zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise”.
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