La crisi fa calare le vendite alimentari (-1,3%). Ma crescono i discount

La crisi morde anche la tavola. Le vendite dei prodotti alimentari continuano a scendere (meno 1,3 per cento nei primi dieci mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). In tutte le tipologie commerciali (negozi specializzati, mercati rionali e grande distribuzione) si registra il segno negativo. Unica eccezione i discount, dove la spesa è a prezzi più contenuti. Il dato è in controtendenza e segna una crescita del 2,4 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati Istat sul commercio al dettaglio. Nonostante il moltiplicarsi di promozioni e di offerte speciali anche sul fronte alimentare, con più di un quarto dei prodotti sugli scaffali “a sconto”, un italiano su due -afferma la Cia- continua a comprare solo l’essenziale. Soltanto i discount (dove ormai fanno acquisti più di 6,5 milioni di persone), ultimo baluardo della spesa “low-cost”, resistono ai colpi della difficile congiuntura che ha messo in grande difficoltà le famiglie. Insomma, la “spending review” domestica -sottolinea la Cia- ha assorbito tutto quello che ha potuto, compreso il budget per il cibo. Per risparmiare ben il 65 per cento delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione; il 53 per cento gira più di un negozio alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o “formati convenienza”; il 32 per cento abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo; il 24 per cento ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina.

 

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