E’ stata inserita dal Governo, mimetizzata in modo maldestro, nel comma 339 della Legge di Stabilità, una norma che consentirebbe la possibile dissoluzione del Parco Nazionale dello Stelvio con il trasferimento delle competenze esclusive della sua gestione alle Province autonome di Trento e Bolzano, dimenticando tra l’altro la Regione Lombardia, denuncia il WWF Italia. Il riferimento al trasferimento delle competenze della gestione del Parco Nazionale dello Stelvio è infatti presente di soppiatto in una disposizione della Legge di Stabilità. Il comma 339 tratta il “trasferimento o la delega delle funzioni statali e dei relativi oneri finanziari riferiti, in particolare, ai servizi ferroviari di interesse locale per la Valle d’Aosta, alle Agenzie fiscali dello Stato e alle funzioni amministrative, organizzative e di supporto riguardanti la giustizia civile, penale e minorile, con esclusione di quelle relative al personale di magistratura, nonché al Parco nazionale dello Stelvio, per le province autonome di Trento e di Bolzano”. Una norma che qualcuno pensava passasse inosservata nel complesso e variegato articolato della Legge di Stabilità.
Atto gravissimo – Per il WWF Italia si tratta di un atto gravissimo per i possibili effetti devastanti sulla gestione unitaria del Parco Nazionale a tutela del patrimonio di biodiversità presente che rischia di essere compromessa per un accordo politico tra PD e SVP a sostegno del Governo in carica. Il WWF Italia chiede al Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, un tempestivo intervento per una modifica del testo attraverso l’annunciato Decreto che il Governo sta predisponendo per il 27 dicembre.
Mercanteggiamento – E’ dal 2010 che questa vicenda è stata oggetto di un “mercanteggiamento” politico della SVP con le forze politiche nazionali che costituiscono oggi questa maggioranza delle larghe intese. Il WWF Italia ricorda che a suo tempo il Presidente della Repubblica, Napolitano, ha già saggiamente respinto un primo tentativo di cancellazione del Parco nazionale dello Stelvio. Il futuro assetto istituzionale, organizzativo e gestionale di una delle principali aree protette nazionali non può essere in alcun caso deciso tramite una norma inserita in modo estemporaneo ed improvvisato nella Legge di Stabilità. Serve piuttosto un preventivo confronto con tutti gli interlocutori interessati, Ministero dell’Ambiente, Ente Parco, Regione Lombardia, Province autonome, Comuni del parco, comunità locali, mondo scientifico, comprese le stesse Associazioni ambientaliste.