Pecore sbranate dai lupi in Appennino, una piaga che rischia di mettere in crisi una parte dell’industria casearia locale. Di questo si e’ discusso oggi a Pesaro nel corso di un convegno dal titolo "La Casciotta piace al lupo! Riusciremo a salvarla?", dedicato alle criticita’ della filiera produttiva del tipico prodotto Dop marchigiano. La Casciotta di Urbino, primo formaggio Dop delle Marche, rischia di scomparire sotto i colpi della scarsa innovazione degli allevamenti di ovini e bovini, della bassa redditivita’ e, non da ultimo, della sempre piu’ assidua presenza di lupi (e ibridi randagi) lungo la dorsale appenninica.
I dati – Problemi per i quali il Consorzio per la Tutela del formaggio Casciotta d’Urbino (un prodotto che sviluppa un fatturato annuo di poco piu’ di 4 milioni di euro e, tra dipendenti diretti e indotto, occupa circa 550 persone) ha deciso di fare appello alle istituzioni locali: Comuni, Provincia e Regione. Nel 2012, secondo i dati e uno studio elaborati dalla Regione Marche in collaborazione con ministero dell’Ambiente e Ispra, la presenza del lupo lungo tutta la catena appenninica era stimata intorno ai 1.000 esemplari, il doppio rispetto a dieci anni fa e il triplo rispetto a venti anni fa.