L’agricoltura non è una cenerentola dell’economia ed il suo ministero di riferimento va ripensato. Ancor più in questo momento in cui l’Europa guarda lontano per il settore primario, con una riforma della Pac fissata al 2020 e che già si interroga sul dopo”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi che ha deciso di scrivere al presidente del Consiglio Enrico Letta nel momento in cui ha assunto l’interim del dicastero di via XX Settembre.
Cinque ministri – Guidi ha ricordato come il ministero dell’Agricoltura abbia visto, dal 2009 ad oggi, cinque diversi ministri, addirittura con cicli di vita politica sempre più brevi; come sia sotto i riflettori delle indagini della magistratura da almeno tre anni; come i vertici apicali delle strutture abbiano subito un continuo turnover e si sia ancora lontani da un assetto coerente; come le società di servizio siano o commissariate o in scadenza o, comunque, da ripensare. “Sia chiaro – ha detto – che non intendo esprimere giudizi sulle persone ma contribuire anche con un diverso assetto al rilancio della politica economica; è indubbio che la situazione del ministero è sempre più problematica e le difficoltà non nascono ora e tantomeno ne è responsabile l’ultima guida politica”.
Modello che non funziona – “Non occorre fare riflessioni particolarmente sofisticate per cogliere che il modello non funziona più, non riesce ad essere interlocutore degli altri ministeri, fa fatica a operare in Europa – ha proseguito il presidente di Confagricoltura -. E questo mentre si avvia un nuovo periodo di programmazione comunitaria che assicura al nostro Paese risorse importanti, cogestite con le Regioni”. Guidi si richiama a quanto detto dal premier, alle ‘novità di sistema’ che ritiene indispensabili. “In questo senso – ha evidenziato – serve una scelta coraggiosa relativa a questo settore, ad una visione moderna e integrata fra tutti i soggetti che possono rafforzarne la capacità produttiva e di presenza sui mercati mondiali. Una opportunità che vorremmo fosse colta e portata avanti”. Confagricoltura aveva già evidenziato alle forze politiche, nella fase pre-elettorale di un anno fa, un diverso modo di impostare il governo di uno dei settori che può fare da asse portante della ripresa italiana. Con il ministero che faccia da hub, da “snodo”, permettendo di condividere le conoscenze, favorire la collaborazione tra imprese, coordinare i progetti territoriali, allocare correttamente le risorse sui fattori strategici, tagliare drasticamente la burocrazia. Ed anche le Regioni dovrebbero essere al servizio di questa strategia di maggiore efficienza. Tutto ciò – ha concluso Guidi – “dopo un anno è ancor più urgente, a patto che si colga l’importanza dell’ agricoltura e dell’agroalimentare italiano”.