Un vero ricambio generazionale per l’agricoltura toscana, che potrà essere conseguito solo quando le imprese raggiungeranno una giusta sostenibilità economica e sociale. E’ questo l’obiettivo dei giovani agricoltori Cia dell’Agia Toscana che – lunedì 3 febbraio (ore 10) a Firenze (Circolo Arci, Piazza dei Ciompi, 11) – terrà la quarta assemblea regionale elettiva. L’agricoltura toscana è vecchia. In Toscana – sottolinea Agia Cia Toscana – la media degli operatori del settore è di circa 63 anni, con un incidenza dei giovani (under 40) pari a poco più del 7%, dato confortante se paragonato a quello nazionale (3,8% circa), tuttavia non sufficiente. E’ necessario invertire il trend: per questo l’Agia si è fatta promotrice nei confronti della Regione di iniziative specifiche.
Temi – «Fra i temi al centro del dibattito il “pacchetto giovani del PSR” – sottolinea Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana -; alla luce della scarsa incisività delle della misura dedicata al primo insediamento è stato richiesto di modificarne l’impostazione, passando così ad una nuova formula capace di sostenere un progetto di impresa più organico. Il responso positivo da parte della Regione si è tradotto in una partecipazione consistente di aziende, oltre 600 giovani hanno risposto al bando, beneficiando di una dotazione complessiva messa a disposizione dall’Ente di circa 50 milioni di euro. In cambio di questo sostegno i giovani daranno un importante impulso al settore, proprio per un fatto anagrafico le aziende “young” hanno un dinamismo diverso, investono molto in tecnologia ed innovazione, e son più propense a promuovere i prodotti all’estero. Ad oggi oltre il 30% di queste aziende vende oltre confine. I giovani stanno portando una nuova imprenditorialità nel settore agricolo, e pur essendo pochi, i dati dimostrano che le loro aziende oltre ad avere una superficie maggiore, gli garantiscono un 15% di fatturato in più».
E poi Agia evidenzia l’importanza della Banca della Terra per «garantire una mobilità fondiaria capace di dare la possibilità alle imprese agricole di strutturarsi in termini dimensionali ed aumentare la loro competitività è ormai un elemento imprescindibile – dice Chiara Innocenti, presidente Agia Toscana -. La proposta di realizzare un “contenitore” dove all’interno potessero incontrarsi la domanda e l’offerta di terreno, è stato raggiunto con la realizzazione della Banca della Terra. Il progetto, ancora in fase di rodaggio, si pone come obiettivo di mettere a disposizione degli agricoltori, prioritariamente a quelli giovani, i terreni demaniali, quelli incolti, e tutti quelli derivanti dai privati interessati al progetto. Mettere in sinergia le proprietà pubbliche con quelle private è essenziale per la realizzazione di un contesto omogeneo dell’offerta in ogni territorio, rendendo funzionale e appetibile il sistema di recupero del terreno alla produttività. Lo sfruttamento dei terreni incolti è una priorità – aggiunge Innocenti – non ci possiamo più permettere che potenzialità produttive rimangano dormienti ed inutilizzate. A questo riguardo ci aspettiamo un applicazione rapida del regolamento specifico già previsto dalla Regione Toscana».
E fra i prossimi impegni dell’Agia, il dibattito nella Riforma Pac. Il 2014 sarà un anno decisivo per la nuova PAC, l’Agia dovrà svolgere un ruolo forte per garantire che i giovani siano sempre più protagonisti nel settore agricolo. L’imprenditoria giovanile dovrà essere valorizzata sia nel primo pilastro (aiuti diretti) che sul secondo (PSR), per questo sarà necessario a tutti i livelli stimolare gli organi di governo competenti, in modo da usufruire delle opportunità che il nuovo regolamento riserva ai giovani. Far emergere le nuove imprese spesso significa introdurre più innovazione e dinamismo; in un settore dove fino ad oggi spesso è stata assente una vera e propria mentalità imprenditoriale, tali caratteristiche possono essere fondamentali per un rapido sviluppo. Inoltre all’ordine del giorno il tema dell’affiancamento: tra le proposte fatte dall’Agia dovrà essere ripresa con forza quella che riguarda la possibilità di creare un percorso di “affiancamento” che tenda a stimolare e valorizzare la partnership tra gli “anziani proprietari” ed i “giovani gestori”. Per il credito: iniziare l’attività agricola necessita di un investimento economico consistente – sottolinea Agia Toscana -, e spesso, dove esistono, le risorse proprie si esauriscono nell’acquisto del capitale fondiario. Questo tuttavia non è sufficiente: un’impresa che si definisca tale ha bisogno di svilupparsi investendo su strutture e innovazione in modo da poter essere pronta alle sfide del mercato. Si deve superare l’attuale drammatica e colpevole inerzia del sistema creditizio. Occorre favorire alle imprese agricole l’accesso al credito sia per la gestione corrente che per gli investimenti. Il Digital divide; è un’altra priorità la presenza della banda larga nelle aree rurali e svantaggiate: solo il 17% ha una connessione che sfrutta un’ampiezza di banda adeguata ai tempi ed alle esigenze delle imprese agricole.