Che cosa si conosce in Italia della cucina russa, a parte la celebre insalata e il caviale? Nulla, o quasi nulla. Eppure si tratta di una cucina ricchissima, documentata fin dagli anni Mille e che toccò i vertici della raffinatezza nei favolosi pranzi degli zar. Come ignorare dunque i famosi antipasti caldi per il prima e dopo teatro, le minestre fredde, le zuppe di letteraria memoria come la kasa, il borsc, il paster di fegato o di aringa, i pirogi di salmone e la squisita pasticceria? Anche nei momenti storici più difficili l’amore dei russi per la buona tavola non è scemato, anzi. Ne fanno fede le ricette contenute nel libro ‘La cucina russa’ di Donatella Possamai, Orme/Tarka (euro 17,50), che spalancano nuovi orizzonti in fatto di ingredienti e combinazioni gastronomiche da noi ingiustamente ignorate. Infatti, mentre in molti altri paesi, come ad esempio la cucina russa è molto apprezzata, in Italia non sono ancora molti quelli che possono affermare di conoscerla. Ed è veramente un peccato. Le ricette raccolte nella seconda parte di questo volume sono un invito a colmare, anche parzialmente questa lacuna. Il libro contiene, inoltre, un’utile nota per la lettura dei nomi russi e un importante capitolo con le preparazioni di base.
La cucina russa in un libro
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