“Dobbiamo costruire una visione complessiva nazionale per una strategia del sistema agroalimentare italiano e dell’intero Paese. Non posso immaginare di fare il percorso che ho davanti da solo, c’è bisogno del coinvolgimento di tutti gli attori del comparto. C’è un salto di qualità da fare insieme che riguarda uno dei punti nevralgici di quella che è stata la situazione italiana finora. Le parzialità si devono unire e bisogna costruire una visione complessiva nazionale per dare una prospettiva. Un Paese che non fa questo in un passaggio storico come quello attuale, è un Paese destinato a guardarsi l’ombelico e a non capire cosa sta succedendo nel mondo. Un Paese che trova le energie per costruire un filo conduttore unitario, un progetto condiviso, è invece un Paese destinato a forza e consapevolezza di sé”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, durante il suo intervento, questa mattina a Roma, alla VI assemblea elettiva della Cia, ‘Più agricoltura per nutrire il mondo. Più reddito per gli agricoltori’.
Assemblea Cia – “Ringrazio il Presidente Politi – ha proseguito Martina – per il lavoro fatto in questi anni alla guida della Cia e anche per il taglio che ha dato al suo intervento. Troppe volte, anche nel sistema delle rappresentanze così come in politica, si pensa che sia sufficiente difendere le proprie istanze senza però un punto di vista generale. Nella sua relazione, Politi ha parlato anche della centralità del Mediterraneo, che non è importante solo per alcuni territori, ma è un tema nazionale da rimettere a fuoco. Non ha solo un interesse per l’agroalimentare, ma anche geopolitico che fa ragionare in modo più complessivo. Dobbiamo tornare a ragionare in questo modo e voglio prendere questo tema come un indirizzo”. “Abbiamo delle sfide da cogliere insieme, consapevoli che dobbiamo tenere i piedi per terra e che stiamo affrontando una fase complicata. In questo quadro dobbiamo gestire bene – ha dichiarato Martina – le opportunità che abbiamo, come la nuova Politica agricola comune e pensare al lavoro da fare, in un rapporto rinnovato con le Regioni e i territori e anche con le organizzazioni di categoria, con le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, per creare una strategia per l’Italia e per l’agroalimentare dei prossimi anni”.
Appuntamento nazionale – “È venuto il tempo di affrontare – ha annunciato Martina – il tema di un grande appuntamento nazionale pubblico, visibile, esplicito dei nostri mondi che possa connettere l’agricoltura e l’agroalimentare con il Paese, anche andando oltre gli addetti ai lavori perché quello che sceglieremo sulla Pac non riguarda solo noi, ma dà un senso di marcia a un modello di sviluppo. Dobbiamo avere l’ambizione di contribuire a una discussione più ampia, anche per far capire quale potenzialità c’è in quello che facciamo tutti i giorni”. “Discutere dei principali temi del comparto pubblicamente significa anche chiedere a tutti i soggetti coinvolti di prendersi delle responsabilità e questo va fatto ora. Tra un anno – ha spiegato Martina – abbiamo un appuntamento fondamentale, l’Expo 2015, un’opportunità unica prima di tutto per il mondo agricolo e agroalimentare italiano. Mi batterò come un leone fino all’ultimo giorno dell’esposizione perché questo sia sempre più chiaro: è un momento cruciale per capire cosa vogliamo essere da qui a qualche anno, sapendo che questo è un comparto che può fare davvero la differenza nel modello di sviluppo del Paese”. “Abbiamo un impegno importante – ha affermato il Ministro – anche per il Collegato Agricoltura della Legge di Stabilità, che è sicuramente perfettibile, ma prevede strumenti utili per il settore, come per l’accesso al credito, come per una questione cruciale come i rapporti nella filiera e per far fare alle nostre imprese un salto tra Italia e mondo”. “Anche il semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo è un momento cruciale per riprendere alcuni argomenti fondamentali, possiamo collegare quest’occasione ad Expo ed esaltare l’esperienza dell’agricoltura italiana. Ci sono tutte le condizioni per una svolta. E voi dovete sapere – ha concluso Martina – di avere un interlocutore che ama la dialettica e che, magari non la penserà sempre allo stesso modo, ma ci sarà sempre”.