Si chiama “Fucina Soave, bottega di talenti” l’iniziativa che il Consorzio del Soave ha fortemente voluto nell’ottica della competitività e della valorizzazione delle competenze dei futuri operatori del settore, dando vita ad un vero e proprio “progetto di investimento culturale” fatto di teoria e di pratica. “Fucina Soave, bottega di talenti” si propone come una sorta di innovativo progetto di Responsabilità Sociale d’Impresa che per la prima volta viene posto in essere da un Consorzio di tutela e non da un’azienda. Nasce dalla lungimirante volontà del Consorzio del Soave di investire in formazione, consapevole che questo stesso investimento “in risorse umane” porterà ricchezza al comprensorio e alla denominazione.
Un nome non scelto a caso. Fucina è infatti quel luogo dove l’arte del fabbro, colpo dopo colpo, sa forgiare sculture e capolavori; bottega vuole essere invece un omaggio alla tradizione artigiana che il mondo intero riconosce all’Italia ma nello stesso tempo richiama al così detto fenomeno dei “new makers” dei nuovi artigiani appunto, e cioè coloro che hanno saputo innovare, con l’uso della tecnologia, le arti e mestieri di un tempo. Talento infine è quel tesoro, prezioso e raro, che tutti ricercano.
Nuove arrività – Accanto alle consolidate attività di formazione e di divulgazione nel settore del vino che da sempre si tengono nel Soave, nasce così una vera e propria “Bottega dei talenti” col il preciso obiettivo di far crescere le aziende del Soave. Sono stati programmati tre moduli formativi, in collaborazione con Fondazione Toniolo e Confcommercio, che coinvolgeranno 45 ragazzi tra i 20 e i 30 anni, preventivamente selezionati. Il format previsto comprende sia lezioni frontali in aula, tenute da professionisti del settore alla Casa del Vino di Soave, sia esperienze in azienda.
Ad oggi sono previsti due diversi percorsi: il primo focalizzato sul marketing del vino che sarà finalizzato a preparare i nuovi comunicatori del sistema Soave; il secondo invece che sarà indirizzato a formare i tecnici del vino con un percorso che permetterà agli studenti di fare pratica fin da subito in cantina.
«Il corso nasce dall’analisi dei fabbisogni del settore vitivinicolo veronese – spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – ossia delle richieste di aziende, anche di piccole e medie dimensioni, che lavorano principalmente con i mercati esteri». Le lezioni iniziano dalle origini del prodotto, le proprietà dell’uva e il terroir per poi proseguire con lo studio delle realtà vitivinicole vere e proprie, i processi di vinificazione, le modalità per fare una degustazione; seguono lezioni dedicate alla negoziazione commerciale e agli incontri b2b, l’illustrazione tecnica di un’etichetta e la spiegazione del sistema legislativo italiano, per finire poi con lezioni di comunicazione e attività web 2.0. Un corso nelle intenzioni del Consorzio mira a dare gli strumenti adatti per capire il mondo del vino, comunicare il prodotto e stringere accordi commerciali.
Non solo aula e stage – Nelle giornate di lezione i ragazzi che hanno sostenuto il primo modulo, oltre ad apprendere nozioni di enologia e di tecnica di degustazione, si sono esercitati in veri e propri casi aziendali, proponendo idee e soluzioni, alcuni dei quali sono stati poi realizzati per conto loro dal Consorzio del Soave. Uno dei progetti ideati in aula e poi concretizzati dal Consorzio del Soave è Dream Verona, Drink Soave, la campagna di comunicazione, nata in collaborazione con la ditta Dalmograf e l’aeroporto Catullo di Verona, che si propone di legare l’immagine della città scaligera al vino Soave, creando emozioni e suggestioni soprattutto tra i turisti stranieri. Questo, assieme ad altri progetti ideati durante le lezioni, godranno di visibilità nel corso del prossimo Vinitaly, allo stand del Consorzio del Soave, Pad 5 G 4-7.