Ricerche inedite di uno dei più illustri genetisti italiani, Nazereno Strampelli; documenti e risultati di una vita dedicata alla ricerca, finiscono nel libro “Sulle tracce di Nazareno Strampelli” a cura del ricercatore Sergio Salvi, presentato a Foggia nella sede del Centro di Ricerca per la Cerealicoltura (CRA-CER). Il libro di Salvi – attivo da tempo nella ricerca e divulgazione a carattere storico-scientifico sul noto agronomo marchigiano Strampelli -, nasce dall’interesse dell’autore di approfondire gli aspetti scientifici meno noti del lavoro svolto agli inizi del ‘900 da Nazareno Strampelli (Castelraimondo-Mc 1866 – Roma 1942), che riguardò non solo il frumento ma anche molte altre specie d’interesse agrario.
Documenti – Si tratta di informazioni pubblicate nelle riviste di agricoltura edite in Italia tra il 1895 e il 1940, che l’autore ha potuto approfondire e mettere in evidenza con i risultati delle ricerche compiute da Strampelli su svariate specie, soprattutto non cerealicole (ortofrutticole, industriali, foraggere), nella fase precedente la celebre ‘Battaglia del grano’. «Studi e ricerche – spiega l’autore Sergio Salvi – la maggior parte delle quali non furono mai pubblicate da Strampelli. Tuttavia, parti di esse furono cedute dal genetista a ricercatori più giovani, specificamente impegnati nei relativi ambiti, i quali, in seguito, pubblicarono – citandone la fonte – i materiali forniti loro dal più anziano collega».
CRA CER – «Oltre a presentare Strampelli come uno scienziato aperto al libero scambio di informazioni tra ricercatori – sottolinea Roberto Papa, direttore CRA-CER -, lo studio compiuto da Salvi fornisce alcune interpretazioni originali sull’opera svolta dal genetista, il quale appare portatore di una visione ben più ampia dell’agricoltura e del problema di come migliorare non solo le specie d’interesse agrario, ma anche l’intero sistema di produzione». L’attenzione di Strampelli sembra orientarsi, infatti, anche verso il miglioramento delle colture impiegate nella rotazione o nella consociazione col frumento (che resta la coltura dominante), fino a rivolgersi ad aspetti legati all’ambiente, svolgendo, seppure per breve tempo, studi che sembrano anticipare la moderna ricerca allelopatica, ossia lo studio delle interazioni chimiche tra specie che occupano lo stesso ambiente.
Ricerca – L’allelopatia riveste, attualmente, un’importanza strategica nel miglioramento genetico finalizzato alla costituzione di nuove cultivars in grado di produrre da sé sostanze naturali ad azione erbicida, che potrebbero portare ad una riduzione significativa dell’uso di erbicidi di sintesi con evidente ed intuitivo vantaggio per l’ambiente. «Quella su Strampelli – evidenzia l’autore -, è una ricerca che rischia di arrestarsi a causa dell’attuale indisponibilità di nuove fonti archivistiche, le quali potrebbero gettare ulteriore luce su aspetti che, attraverso la sola ricerca bibliografica, non possono essere ulteriormente approfonditi e compresi e, quindi, portati all’attenzione del pubblico. In vista dell’Expo 2015 di Milano, anche la cultura agraria – e non solo alimentare tout court – ha bisogno di essere “nutrita” – conclude -, attraverso un maggiore e concreto interesse da parte delle istituzioni».