«Una rapida approvazione della Legge, che mantenga intatta la sua ispirazione di fondo. Un percorso chiaro e definito di adeguamento degli strumenti di pianificazione territoriale, che recepisca i principi della Legge, eliminando tutte le prescrizioni ed i vincoli presenti nei Piani provinciali e comunali, che risultano in contrasto con le norme della nuova Legge». Questo il commento di Luca Brunelli, presidente Cia Toscana – oggi al convegno organizzato da Legambiente a Firenze – sulla nuova legge toscana sul territorio, che si davvero “un bene comune”.
L’intervento – «La Cia – ha aggiunto Brunelli – ha dimostrato, nel corso della discussione sulle nuove norme, una grande coerenza e rigore, ispirando le proposte ad un principio semplice e chiaro: sì al reddito e no alla rendita. La proposta sugli annessi agricoli, ad esempio, è di grande impatto e fortemente innovativa. Vengono finalmente recepite le esigenze di semplificazione che sosteniamo da anni, con una classificazione ed una gradazione dei livelli autorizzativi basata sul buon senso e sulla misura. Gli annessi dovranno essere, per la maggior parte, leggeri, a basso costo, funzionali all’agricoltura, realizzati con iter e procedure semplici. E quando non servono più – ha precisato il presidente Cia Toscana – si tolgono. Sul tema del cambiamento di destinazione d’uso, indubbiamente complesso, è giusto demandarne la disciplina ai Comuni, indicando loro tuttavia obiettivi ed indirizzi precisi: contrasto alla rendita e salvaguardia della funzionalità rurale delle strutture evitando la loro proliferazione. Inoltre è fondamentale la tutela del “valore di esistenza” patrimonio edilizio delle aree rurali e la valorizzazione di questo patrimonio in funzioni integrate con lo sviluppo rurale».
Territorio – Secondo la Cia Toscana la visione del Governo del territorio nell’ultimo decennio, è stata segnata da forti limiti culturali sull’idea di sviluppo. La gestione del territorio prevedeva da una parte i settori produttivi e dall’altra le cosiddette “aree libere”: «le aree libere – ha illustrato Brunelli – erano soggette a tutti i possibili vincoli, prevalentemente a carico degli agricoltori, salvo poi essere liberate dai vincoli una volta classificate come edificabili o produttive. La LR 1/05 imponeva da un lato regole rigide per autorizzare la realizzazione di annessi agricoli – ha spiegato -, ed al tempo stesso l’agricoltura era l’unico settore soggetto alla rimozione degli immobili alla fine del loro utilizzo, con tanto di garanzia fideiussoria da pagare per tutta la vita degli annessi; mentre per gli altri settori la disciplina prevedeva, giustamente, norme per il riutilizzo degli immobili dimessi. C’è voluta una battaglia enorme per cambiare, alla fine del 2009, queste norme persecutorie. E in questa battaglia, dobbiamo ringraziare Legambiente che si è sempre stata al fianco».