L’agricoltura apre le porte ai giovani e scommette sul futuro. Nei prossimi mesi nelle campagne italiane si possono creare oltre ventimila nuovi posti di lavoro. A rendere reale questa importante opportunità è il Protocollo d’intesa (firmato oggi a Roma) fra il Ministero del Lavoro, la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la sua Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia). Si tratta di un significativo atto concreto del Piano nazionale “Garanzia per i giovani” che prevede uno stanziamento complessivo per tutti i settori produttivi di 1,7 miliardi di euro. Il protocollo -che è stato firmato, presso la sede della Cia, dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal presidente della Confederazione Dino Scanavino e dal presidente di Agia Luca Brunelli- consentirà alle imprese agricole associate di attivare tirocini e rapporti di apprendistato con giovani che intendono avvicinarsi all’agricoltura. Nello stesso tempo sono previste anche azioni per l’auto-imprenditorialità.
“Garanzia per i giovani” è il piano lanciato dalla Commissione europea e prevede che “under 25” europei ricevano un’offerta di lavoro, di formazione o di stage entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del posto di lavoro. Si tratta di un segnale di attenzione verso la disoccupazione giovanile, che resta uno degli aspetti più negativi dell’attuale situazione socio-economica, soprattutto nel nostro Paese. Il mondo agricolo vuole dare il suo apporto alla soluzione del problema e l’occasione offerta da “Garanzia per i giovani” va sfruttata nella maniera migliore. Così Cia e Agia sono pronte a fare sino in fondo la loro parte e con la firma del protocollo daranno l’opportunità e la possibilità a tanti giovani di trovare un’occupazione in agricoltura, settore che racchiude grandi risorse e potenzialità e che può dare un contributo notevole alla ripresa economica.
Disoccupazione – D’altra parte, il dramma della disoccupazione giovanile è ormai un fatto acclarato. Gli ultimi dati Istat segnalano la continua crescita di giovani senza lavoro. Siamo davanti a percentuali che superano il 40 per cento. Sono oltre 4 milioni gli “under 35” che non studiano e non lavorano. Rispetto a questo catastrofico scenario l’occupazione dipendente del settore agricolo continua, però, a rappresentare una quota importante del mercato del lavoro. Malgrado la sfavorevole congiuntura, il comparto ha mostrato una sostanziale tenuta riuscendo a mantenere i livelli occupazionali pre-crisi, ovvero 1 milione circa di lavoratori agricoli. Un risultato estremamente positivo da attribuire non solo alla caratteristica anticiclica dell’agricoltura, ma anche e soprattutto alla sua dinamicità, vitalità e flessibilità che hanno consentito di resistere, meglio di altri comparti produttivi, alle difficoltà.
Asset strategico – Del resto, proprio l’agricoltura e l’intero sistema agroalimentare costituiscono oggi l’asset strategico sul quale investire per rivitalizzare l’apparato produttivo ed economico, dando slancio al “made in Italy” sui mercati internazionali, vigore ai consumi interni e favorendo nuova occupazione. Non è, infatti, casuale la scelta di focalizzare Expo 2015, uno degli eventi più rilevanti per il nostro Paese, su tematiche legate all’alimentazione e, di conseguenza, al mondo agricolo (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”). Basta scorrere le cifre dell’Istat per capire l’importanza dell’agricoltura nella lotta alla disoccupazione. Nell’ultimo anno sono stati i giovani a contribuire in modo tangibile alla crescita nei campi del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno di 35 anni sono cresciuti del 5,1 per cento. “Garanzia per i giovani”, come le indicazioni che vengono dal Job Act del governo Renzi, rappresentano un segnale importante di nuova attenzione nei confronti dell’agricoltura, che esce da una sorta di ghettizzazione e viene finalmente vista come elemento strategico del sistema. Nelle campagne ci sono, insomma, imprese e lavoro. Ci sono opportunità per i giovani che devono essere sostenute da un organico quadro legislativo ispirato alla premialità, alla semplificazione, alla fiducia e dall’azione delle associazioni di categoria. E la firma del protocollo da parte di Cia e Agia vuole realizzare questa particolare azione: mettere sul tavolo le potenzialità del mondo agricolo e dei giovani imprenditori e vedere quali strumenti, quali risorse, quali investimenti, il governo è realmente disposto a mettere in gioco. Una sfida importante che bisogna affrontare con coraggio e decisione. E’ in ballo il futuro del nostro Paese.