E’ Valentino Berni, agricoltore senese, produttore di vino e olio, tartufaio, il nuovo presidente dell’Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) della Toscana. Berni, già coordinatore provinciale dell’Agia senese, è stato eletto quest’oggi a Firenze in occasione dell’assemblea elettiva regionale e succede a Chiara Innocenti. Tre sono inoltre i vicepresidenti che sono stati eletti: Francesco Elter, olivicoltore e coordinatore dell’Agia provinciale di Pisa; Anastasia Vecchiarelli, produttrice di piante officinali e coordinatrice Agia Grosseto; Thomas Petrucci, produttore di cereali, olio, vino, allevatore zootecnico e coordinatore Agia Arezzo.
Auguri Cia – «Un grande augurio di buon lavoro al presidente Berni e alla nuova giunta Agia Toscana – sottolinea il presidente Cia Toscana Luca Brunelli -; la Cia e l’agricoltura toscana si aspettano molto dai nostri giovani, che sono il futuro del settore, con le loro idee, la loro professionalità sempre più adeguata a portare competitività alle aziende agricole e con il loro entusiasmo. Bisogna continuare a credere nell’agricoltura, un settore che anche in tempi di crisi economica ha saputo rispondere positivamente proprio grazie ai giovani».
Al lavoro – «Il rinnovamento del settore – commenta Valentino Berni -, unito alla capacita di produrre reddito sono i principali obiettivi da perseguire con l’obiettivo di garantire la sopravvivenza del comparto agricolo. Per raggiungere questi traguardi sia come Agia Toscana, sia come Cia, dovremmo stimolare gli organi di governo a tutti i livelli affinché siano messi a disposizione degli imprenditori, giovani e meno giovani, gli strumenti adeguati per farlo».
Obiettivi – Fra i temi all’ordine del giorno prioritari per l’Agia Toscana, il primo insediamento; la banca della Terra; l’accesso al credito; l’affiancamento; l’accesso al mercato; la burocrazia; ma anche l’innovazione, formazione, consulenza e ricerca.
La Banca della Terra rappresenta un cavallo di battaglia della Cia Toscana, e con l’Agia, ha sempre ritenuto strategica la creazione di uno strumento che da una parte potesse facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di terreno, dall’altra che mettesse a sistema i terreni pubblici che spesso non hanno una destinazione produttiva. Adesso – sottolinea la Cia Toscana – è necessario che la Banca della Terra diventi subito operativa e che ci sia disponibilità dei terreni incolti e demaniali: per questo dovranno anche essere messi a sistema i terreni di proprietà dei privati, questo punto è di fondamentale importanza per la realizzazione di un contesto omogeneo dell’offerta in ogni territorio, rendendo funzionale e appetibile il sistema di recupero del terreno alla produttività. Non ci possiamo più permettere che potenzialità produttive rimangano dormienti ed inutilizzate. A questo riguardo Agia dovrà continuare ad essere interlocutore efficace nei confronti della Regione al fine di rendere completamente operativo questo strumento.
Una componente fondamentale per fare impresa è l’accesso al credito. Le aziende agricole hanno bisogno di credito sia per la parte corrente che per gli investimenti, pertanto – sottolinea la Cia Toscana – è fondamentale rilanciare il credito con strumenti e modalità che siano congeniali ad una agricoltura che cambia, diventa sempre più agroalimentare e in cui la componente delle attività connesse (lavorazione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti) acquista un ruolo determinante nella formazione del reddito. Vogliamo inoltre – aggiunge la Cia – che sia reso più agevole l’accesso ai fondi comunitari messi a disposizione dai PSR, garantendo una reale disponibilità della quota di co-finanziamento a carico degli imprenditori. In sostanza si tratta di destinare delle risorse per trovare un percorso “agevolato” di accesso al credito per i beneficiari delle istanze finanziate, valutando all’interno del PSR di destinare una percentuale di risorse attribuite ai beneficiari non solo in conto capitale ma anche in conto interessi. In linea di principio crediamo che un valido indirizzo in questo ambito sia quello di offrire alle imprese agricole grande flessibilità di strumenti, in ragione dell’estrema diversificazione delle situazioni aziendali nelle quali esse si trovano ad operare. Proprio per questo occorre rivedere complessivamente l’impostazione di Fidi Toscana, che a fronte di attribuzione di importanti risorse da parte della Regione, non è stata sempre in grado di offrire degli strumenti capaci di rispondere ai fabbisogni delle imprese agricole, prova ne sono i miseri numeri delle pratiche appartenenti al settore primario. Occorre inoltre che il sistema bancario riacquisisca specifiche competenze nel settore agroforestale per valorizzare i progetti imprenditoriali e non solo i patrimoni immobiliari.
Per quanto riguarda il ‘primo insediamento’, inoltre – sottolinea Agia Toscana -, l’avvicendamento deve partire da una cultura di valorizzazione dei giovani; le nuove generazioni rappresentano una fonte di energia e di idee indispensabile per il settore. L’ingresso dei giovani può dare una nuova linfa ad un settore che ha molte potenzialità ancora da esprimere, nell’interesse degli operatori stessi ma soprattutto di un sistema economico che può avere dal settore agroalimentare un’importante aiuto per la crescita. In Toscana il compito del rinnovamento è stato affidato ad una specifica misura del PSR ovvero il "Pacchetto Giovani". l’impostazione di questo strumento è stata proposta proprio dall’Agia Toscana, ritenendo che la trasformazione del classico premio di primo insediamento in una misura più strutturata potesse garantire al nuovo imprenditore un maggior sostegno nel realizzare il proprio progetto aziendale. L’esperienza della passata programmazione ha tuttavia evidenziato delle criticità. Da un riscontro eseguito sui beneficiari che hanno rinunciato all’aiuto previsto, è emerso che le motivazioni principali sono state rappresentate dalla difficoltà di accesso al credito ed al capitale fondiario ed a queste problematiche è necessario dare risposta in tempi brevi.