Dai campi arriva un aiuto al contenimento dell’inflazione, che ad aprile torna a salire dopo dieci mesi segnando +0,6 per cento. I prezzi della verdura fresca in flessione del 6,2 per cento contribuiscono, cioè, a bilanciare voci come quella relativa ai trasporti che, anche per effetto delle festività pasquali, vola all’1,7 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati provvisori sui prezzi al consumo diffusi dall’Istat. Nonostante il forte rallentamento dei listini ortofrutticoli e la stabilità dei prezzi alimentari in generale, che registrano uno 0,3 per cento in ulteriore riduzione sia a livello mensile che tendenziale -spiega la Cia- le famiglie continuano a non comprare, con gli acquisti per la tavola ancora in territorio negativo (-1 per cento).
Domanda debole – Vuol dire che la domanda interna resta sempre debole e che, complice la lunga crisi, la stragrande maggioranza degli italiani -osserva la Cia- ha ormai fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al risparmio e alla morigeratezza. Oggi infatti il 77 per cento degli italiani fa economia e al supermercato fa incetta di prodotti a basso costo e in promozione: da inizio anno sono praticamente raddoppiati gli acquisti di alimentari in offerta speciale e il prezzo è diventato il fattore fondamentale nella scelta di cibo e bevande per il 58 per cento dei consumatori, come dimostrano l’aumento degli scontrini nei discount (+2,9 per cento a febbraio) e le 6,5 milioni di famiglie che dichiarano di fare ormai regolarmente la spesa in questa tipologia di esercizio commerciale.