L’inflazione torna a scendere, fermandosi allo 0,5 per cento, e il merito va in larga parte alla forte decelerazione dei prezzi dei prodotti prettamente agricoli (-1,7 per cento), in particolare frutta (-6,3 per cento) e verdura fresca (-8,7 per cento). Anche così, però, i consumi restano al palo: a causa della persistenza della crisi, gli italiani hanno fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al “low-cost”, con la conseguenza di un ulteriore calo della spesa per il cibo del 2 per cento da inizio anno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati provvisori sui prezzi al consumo a maggio diffusi dall’Istat. Nonostante i listini al dettaglio fermi, con i prezzi del “carrello della spesa” ormai a un passo dallo zero, oggi il 77 degli italiani continua a fare economia al supermercato -spiega la Cia- rinunciando del tutto a sprechi e “sfizi” culinari nell’85 per cento dei casi. Ma soprattutto i consumatori restano così attenti al risparmio che oggi quasi due famiglie su cinque tornano alla “scorta alimentare” come ai tempi di guerra e cresce il tempo dedicato alla spesa. Dopo anni di dispense minime e acquisti quotidiani o settimanali, il bisogno di risparmiare allunga i tempi davanti allo scaffale del supermercato, con il 64 per cento degli italiani che compara i prezzi con molta più attenzione girando più negozi alla ricerca della massima convenienza. Più in dettaglio -osserva la Cia- il fenomeno dell’accumulo delle scorte riguarda il 39 per cento delle famiglie, che approfittano delle numerose “offerte speciali” per spendere di meno, soprattutto sui prodotti a media e lunga conservazione. D’altra parte, per aiutare le vendite in costante calo, sono le stesse catene della Gdo a ricorrere sempre più spesso alle promozioni, che a fine 2013 hanno superato quota 30 per cento. Significa che ormai un prodotto su tre è acquistato per mezzo di uno sconto o di un’offerta speciale.
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