Gli agronomi di tutto il mondo ad Expo 2015. E’ stato sottoscritto oggi, mercoledì 9 luglio, a Milano, l’accordo di partecipazione fra l’Associazione Mondiale Agronomi (WAA – World Association of Agronomists) ed Expo 2015, sei mesi di attività che vivranno il momento clou con il VI Congresso mondiale degli Agronomi, in programma a Milano dal 14 al 18 settembre 2015. Il protocollo di partecipazione è stato sottoscritto dal presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF) Andrea Sisti, dal Commissario unico Expo 2015 Giuseppe Sala e da Maria Cruz Díaz Álvarez, presidente Associazione Mondiale Agronomi (WAA – World Association of Agronomists).
«Cibo ed identità, la Fattoria globale del futuro – ha illustrato Andrea Sisti presidente CONAF – è il titolo delle iniziative degli Agronomi in occasione di Expo 2015, saranno sviluppati progetti per modelli di produzione di cibo, identitari, sostenibili e duraturi, attraverso la professione dell’agronomo per la responsabilità sociale nello sviluppo sostenibile e nel rispetto della diversità dei territori delle comunità locali». «Il nostro sforzo – ha affermato Giuseppe Sala, commissario unico Expo 2015 – è di mettere al centro la forza del tema e dei contenuti di Expo 2015. La partecipazione di AMIA a Expo 2015 è preziosa per contenuti ed esperienza degli agronomi sul tema dell’alimentazione. Expo 2015 sarà un’esposizione del software e non solo dell’hardware».
La World Association of Agronomists – che diventa il 13esimo Partecipante Non Ufficiale di Expo 2015 – è l’Organizzazione internazionale degli agronomi che raggruppa 44 associazioni internazionali per 350mila professionisti da tutto il mondo.«Il tema di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta”- ha sottolineato Maria Cruz Diaz Alvarez, presidente World Association of Agronomists – è il tema centrale della nostra associazione, rappresenta la sintesi della nostra professione e del nostro impegno quotidiano in tutto il mondo. Sarà l’occasione per formulare una carta dei principi della governance della ‘fattoria globale’ utile alla comunità scientifica, alle comunità locali ed ai cittadini consumatori». Stefano Gatti, direttore generale Divisione Partecipanti Expo 2015 ha illustrato alla platea degli agronomi il programma Feeding knowledge «tra le eredità immateriali di Expo 2015». Fra i saluti quello di Giuseppe Priolo, viceprefetto vicario di Milano e dei presidenti della Federazione regionale dottori agronomi e dottori forestali Gianpietro Bara e dell’Ordine di Milano Marco Fabbri. Il Progetto di Partecipazione ad Expo durante i sei mesi prevede una rete di iniziative (seminari e forum) nei padiglioni dei diversi Paesi Partecipanti, in particolare in quelli dei soci WAA, nei Cluster, nelle aree EXPO (Biodiversità, la storia dell’agricoltura, ecc.) ed avrà il suo culmine durante il Congresso, nel quale, due giornate verranno interamente svolte in EXPO, la seconda e la giornata conclusiva. Il progetto svilupperà attraverso attività divulgative, iconografiche e multimediali, la professione dell’agronomo per la responsabilità sociale nella pianificazione e progettazione delle aziende nello sviluppo sostenibile e nella diversità dei territori delle comunità locali.
Questi i temi al centro delle attività: la biodiversità ed il miglioramento genetico; la sostenibilità e produttività; lo sviluppo e l’identità locale; l’alimentazione e gli scarti alimentari; la cultura progettuale e la responsabilità sociale; i cambiamenti climatici ed il territorio di produzione. Il progetto vuole sviluppare questi grandi temi nel contesto della “Fattoria Globale” per evidenziare le migliori pratiche ma soprattutto la comparazione nei diversi contesti territoriali i flussi di innovazione e del suo trasferimento, le modalità di produzione di cibo in relazione al proprio territorio per verificare nel contempo la crescita sostenibile delle comunità locali. Il ruolo dell’agronomo e della sua professione appare determinate nella costruzione di questa rete. Temi che saranno trattati sia dal punto di vista scientifico, sia, soprattutto, dal punto di vista professionale, l’aspetto reale della produzione di cibo e dei modelli organizzativi aziendali. Nel settore agroalimentare, infatti, la globalizzazione è iniziata da tempo, ma negli ultimi anni alcune pratiche, l’acquisto massiccio di terre da parte degli Stati in altri Stati, fanno prefigurare un modello aziendale globale. Un’azienda può avere terreni ed unità produttive in più luoghi per produrre la stessa materia prima o differenziare la produzione secondo la tipicità e caratteristiche dei luoghi? Questi interrogativi pongono serie domande per l’approvvigionamento e serie domande sull’omologazione delle pratiche.
La Fattoria Globale – Descrivere le relazioni tra cibo ed identità significa rappresentare una fattoria globale. La scala globale va quindi vista nel suo insieme, come "Fattoria Globale", dove i diversi fattori di produzione si confrontano nelle proprie dinamiche territoriali e dove le stesse si misurano con la sostenibilità delle diverse scelte. Una Fattoria articolata che necessita di regole comuni confrontabili per soddisfare la “nutrizione del mondo” in modo certo duraturo e sostenibile. L’obiettivo finale è quello di formulare una Carta dei principi della governance (pianificazione, progettazione e monitoraggio) della “Fattoria Globale” utile per il confronto professionale e scientifico, ma soprattutto utile alle comunità locali ed ai cittadini consumatori del mondo. Lo sviluppo delle attività verrà gestito da gruppi di lavoro tematici (Ordini e federazioni nazionali ed altre associazioni della WAA) ed il programma dettagliato verrà definito entro il 30 novembre 2014.