Nel secondo trimestre 2014 l’indice che misura il clima fiducia dell’industria alimentare italiana ha assunto un valore negativo, dopo il miglioramento osservato a inizio anno, posizionandosi a -2,7 (l’indicatore è compreso tra -100 e +100) e perdendo 4 punti rispetto al trimestre precedente. A pesare sul sentiment la componente delle attese di produzione e la valutazione sulle scorte, indicate su livelli superiori alla media del periodo. Migliorano al contrario i giudizi sugli ordinativi, seppure in un contesto in cui la debolezza della domanda interna continua a esercitare un forte condizionamento sull’operatività delle imprese.
Il trend negativo – Il peggioramento della fiducia ha riguardato una buona metà dei comparti produttivi monitorati da Ismea: dall’industria del pane ai lattiero-caseari, dalla molitoria alle lavorazioni ittiche. Sulla stessa linea negativa i giudizi dell’industria dolciaria, del riso, dei prodotti da forno e del vino.
Si mostrano invece più ottimisti in relazione all’andamento corrente delle commesse, al livello degli stock e alle attese di produzione gli industriali del comparto acque minerali, delle bevande analcoliche e della trasformazione ortofrutticola, i cui giudizi appaiono favorevolmente influenzati anche da fattori stagionali. Clima di fiducia positivo e in miglioramento su base trimestrale, inoltre, nei comparti dell’olio di oliva, degli elaborati a base di carne e della pasta. A livello territoriale emergono forti differenziazione tra macro ripartizioni geografiche: ai due estremi il Mezzogiorno, con un indice di fiducia positivo (+4) e in miglioramento, e il Nord-Ovest dove si riscontra il più basso valore dell’indice (-4,1), con il sentiment degli operatori industriali in peggioramento rispetto al primo trimestre.