Da sempre riteniamo – ha dichiarato il Presidente Nazionale Confeuro, Rocco Tiso – che il Made in Italy rappresenti uno degli elementi cardine per il rilancio del primario, in particolare per il valore che molti dei nostri prodotti vantano sul mercato globale grazie ad un ineguagliato amalgama di prestigio, qualità e tradizione. Tuttavia dobbiamo ricordare che quello dell’esportazione è soltanto uno dei molti aspetti cruciali di un settore complesso come quello agroalimentare, di cui peraltro non rappresenta tutti gli operatori.
In questo senso – continua Tiso – non dobbiamo pensare che basti leggere i dati relativi all’export per avere un’immagine reale dello stato di salute dell’agroalimentare italiano. Così come non possiamo aspettarci che un intervento, per quanto cospicuo, concentrato sul potenziamento dell’esportazione risolva tutti i problemi del comparto. Quando il Ministro Martina ha parlato di un aumento del fatturato dell’export fino a 50 miliardi di euro nel 2020 – aggiunge il Presidente Nazionale Confeuro – abbiamo accolto con favore la prospettiva, ma dobbiamo chiederci chi sarà realmente a beneficiare dell’operazione e quanto gli introiti saranno in grado di distribuirsi lungo tutta la filiera, dal momento che agricoltori ed esportatori non sempre coincidono. Il sostegno all’agricoltura italiana – conclude Tiso – passa anche e soprattutto per la tutela delle piccole e medie imprese agricole attraverso forme di controllo dei prezzi e di accesso al credito. Altrimenti il rischio è quello di vedere poche grandi aziende avvantaggiate a scapito di una sostanziale stagnazione della condizione di tutti gli altri agricoltori.
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