“La decisione della Commissione Ue sul sistema di etichettatura a semaforo inglese conferma l’opportunità dell’iniziativa che abbiamo assunto da tempo su questo strumento e le preoccupazioni espresse dalla maggioranza dei Paesi membri nell’ambito del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura dell’Ue. La salute dei consumatori e la loro corretta e trasparente informazione sugli alimenti sono valori assolutamente condivisi da tutti gli Stati dell’Unione europea, ma vanno tutelati attraverso metodi adeguati e efficaci. L’etichettatura a semaforo, invece, fornendo informazioni approssimative e fuorvianti, penalizza prodotti di qualità, come quelli a denominazioni d’origine, tutelati dall’Europa proprio per il loro valore”.
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha commentato con soddisfazione la decisione della Commissione europea di aprire una procedura d’infrazione contro il governo britannico, per l’introduzione di un sistema di etichettatura a ‘semaforo’ sugli alimenti.
CONFAGRICOLTURA – La decisione della Commissione europea di avviare la procedure d’infrazione nei confronti della Gran Bretagna per la questione dell’etichettatura volontaria degli alimenti con ‘semafori’, trova la piena condivisione di Confagricoltura. “Non è con i semafori che si fa una corretta informazione alimentare, occorrono piuttosto adeguate iniziative educazionali – commenta Confagricoltura –. Servono etichette indicazioni trasparenti, chiare e dettagliate, ma che non diano percezioni sbagliate ai consumatori. Il ‘semaforo rosso’ dà l’idea di una situazione di pericolo per la salute, ma non è il prodotto in sé che è dannoso ma il suo uso non corretto, non inquadrandolo nella dieta complessiva”. “Il semaforo per le etichette agroalimentari predisposto dalla Gran Bretagna rischia di creare notevoli problemi alle produzioni agroalimentari italiane, considerando che l’export verso il Regno Unito attualmente è pari a circa 2,5 miliardi di euro – conclude Confagricoltura -. Per come è stato strutturato il meccanismo, la luce rossa si accenderebbe per circa un terzo degli alimenti italiani esportati oltre Manica”.