La vendemmia 2014 sarà ricordata negli annali, parola di esperti. A Conegliano (TV), su invito della Regione Veneto, Veneto Agricoltura e CRA-Vit, nella cui sede si è tenuto l’incontro, si sono riuniti infatti i maggiori rappresentanti della filiera vitivinicola (enologi, enotecnici, agronomi, ricercatori, climatologi e contoterzisti) del Nord Est per fare il punto sulla vendemmia che si sta concludendo, ma ancor più per valutare le indicazioni che un’annata anomala come questa può suggerire. Gli esperti provenienti dal Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, e naturalmente Veneto hanno così disegnato la carta d’identità della vendemmia 2014, caratterizzata da una piovosità (quasi) mai vista. Bisogna risalire infatti al 1883 e al 1951 per trovare un’estate con precipitazioni così abbondanti, che avrebbero potuto mandare letteralmente in tilt la gestione dei vigneti, con gravi ripercussioni sul prodotto. Fortunatamente la grande professionalità dei nostri viticoltori ha saputo raddrizzare una situazione che ad un certo momento sembrava compromessa.
Ora bisognerà capire se la debolezza dell’anticiclone 2014, che ha invertito la stagionalità (prima è arrivata l’estate e poi la primavera), è stata un’eccezione o se in futuro rappresenterà la regola. In altre parole, i cambiamenti climatici in atto a livello globale incideranno anche sulla vitivinicoltura del Nord Est? Gli esperti, coordinati da Diego Tomasi del CRA-Vit si sono detti tutti d’accordo sul fatto che quest’anno le tecniche colturali e le corrette pratiche agronomiche hanno fatto la differenza sulla qualità dell’uva raccolta. Anche la corretta concimazione dei vigneti (una settimana prima della fioritura e poi ancora una settimana dopo la vendemmia) e l’attrezzatura utilizzata per la difesa contro gli attacchi fungini e le malattie hanno svolto un ruolo importante. La buona gestione del vigneto dovrà dunque essere sempre più tenuta in considerazione, nella convinzione che le stagioni cosiddette anomale nel futuro si ripeteranno. Quindi la fisiologia della pianta dovrà essere rispettata, nel suo complesso, concentrandosi sul grappolo e il sistema fogliare, senza dimenticare altri elementi fondamentali come l’apparato radicale e il suolo. La formazione e l’informazione dovranno entrare sempre più nel vigneto. Appare dunque sempre più evidente che non è facile fare vino, ancor più di qualità.
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