Distrutto un terzo della produzione di sangiovese e buona parte dei vigneti sperimentali. E’ in sintesi quello che è successo nei vigneti dell’Istituto Tecnico Agrario di Siena “Bettino Ricasoli” a causa delle scorribande dei caprioli.
In città – Un caso emblematico, comune a moltissime aziende agricole senesi, ma che avviene a ridosso della città. «Ungulati e predatori continuano ad essere i protagonisti indiscussi delle campagne senesi. L’emergenza continua – commenta Luca Marcucci presidente Cia Siena –. I nostri allarmi dei mesi scorsi sono sempre più forti, perché il problema degli ungulati e degli animali selvatici non viene risolto. Questa volta sono i caprioli ad essere ancora protagonisti addirittura nei vigneti dell’Istituto Agrario, una scuola all’avanguardia per l’enologia, che forma ottime figure professionali che poi saranno protagoniste del mondo vitivinicolo del nostro territorio». «Ed oltre al danno economico per la perdita di una buona fetta di produzione – aggiunge il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – , è grave il danno ai campi sperimentali, un lavoro importante quello della ricerca per l’enologia senese». La Cia dice basta: «Siamo esasperati – prosegue Bartolini – i nostri agricoltori non ce la fanno più. Non possiamo più aspettare e chiediamo interventi risolutivi a quello che ormai rappresenta una vera e propria piaga economica per il settore rurale. E’ urgente difendere il reddito degli agricoltori».
«In un’annata che ha presentato alcuni problemi a causa del clima – sottolinea il dirigente scolastico dell’Istituto Agrario Tiziano Neri -, abbiamo avuto un aumento della presenza dei caprioli nei nostri terreni. Un problema che è già presente da alcuni anni, ma, oggi senza dubbio in forte aumento. Una volta questi animali non c’erano o comunque c’erano in misura assai ridotta. L’equilibrio è saltato. O si catturano questi animali e si trasferiscono altrove oppure siamo costretti a recintare i vigneti, con costi che, come è immaginabile, davvero ingenti. Servono soluzioni urgenti, per porre fine a questo elemento di inefficienza».
Danno alla ricerca – Oltre al danno economico e commerciale per la distruzione di parte dei vigneti, è ingente il danno fatto alla ricerca: un ‘campo-catalogo’ impiantato nel 2013 composto da 10 filari (corti) ed una ventina di varietà, fra cui la metà di vitigni sconosciuti – e per questo al centro del lavoro di ricerca dell’Istituto – e altri vitigni importanti come il Prugnolo gentile, l’Occhio di pernice ed il sangiovese piccolo precoce. «L’attività di ricerca attraverso la salvaguardia e la custodia è molto importante per l’Agrario – spiega Neri –, con l’obiettivo di proseguire la tradizione colturale senese anche attraverso gli antichi vitigni che si trovano nel centro storico o a ridosso della cinta muraria. Un danno quindi enorme quello causato dagli animali selvatici».