La quantità di cibo sprecata in tutto il mondo è vertiginosa. Solo in Italia ogni anno finiscono nella pattumiera più di 5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari. E anche se la crisi ha ridotto notevolmente le cifre degli sprechi (-30 per cento dal 2008), ancora oggi le famiglie italiane buttano tra i rifiuti 6,5 euro a settimana di alimenti ancora commestibili. Uno scandalo dal punto di vista economico ed etico, soprattutto se si pensa che nell’ultimo anno sono aumentate del 10 per cento le famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare, per un totale di 4 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Allarme cibo – Ma a livello globale la situazione è ancora più critica, con 1,3 miliardi di tonnellate di cibo (l’80 per cento ancora consumabile) che viene gettato via -osserva la Cia- e che invece potrebbe essere usato in prospettiva per far fronte ai bisogni di 805 milioni di persone nel mondo che, secondo i dati della Fao, oggi sono cronicamente sottoalimentate o malnutrite. C’è bisogno di una maggiore consapevolezza da parte di tutti -sottolinea la Cia- e di acquisire una coscienza solidaristica orientata a riequilibrare i mercati. Bisogna cancellare gli sprechi e cominciare a ripensare ai nostri stili e sistemi alimentari tenendo conto che nel 2050 la popolazione sarà di 9 miliardi di persone. Per questo è sempre più importante che le istituzioni italiane e internazionali mettano al centro dell’agenda il cibo e l’agricoltura, promuovendo politiche che scoraggino lo spreco alimentare e lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali come l’acqua e la terra, e garantiscano invece la sicurezza alimentare globale.