Sulla spinta di una domanda di lavorazioni affidate ad imprese agromeccaniche esterne, che tra il 2000 e il 2010 è quasi raddoppiata in termini di giornate lavorative medie (da 3,8 a 7,5), il contoterzismo in agricoltura rappresenta oggi nel nostro Paese uno dei principali driver per la domanda di macchine agricole. Questo è quanto è emerso da una ricerca Nomisma presentata in occasione di EIMA International 2014 nel corso di un convegno dal titolo "Il contoterzismo come elemento chiave della competitivita’ per l’agricoltura italiana". Promosso da Edagricole/New Business Media in collaborazione con Unima, Confai, Federunacoma, Unacma, Enama, e con la sponsorizzazione di Bkt, l’incontro ha permesso agli addetti ai lavori di fare il punto su un fenomeno relativamente nuovo per il nostro settore primario, e che per agricoltori e aziende agricole rappresenta uno strumento per abbattere i costi di produzione. Infatti, stando all’indagine Nomisma, il 48% degli imprenditori agricoli richiede il supporto delle imprese agromeccaniche a causa della mancanza di risorse economiche da destinare all’acquisto di mezzi meccanici, mentre un’ulteriore 30% per tagliare sui costi degli interventi in proprio (più onerosi rispetto a quelli conto terzi). Dal canto loro, le imprese agromeccaniche si caratterizzano per la capacità di offrire al mercato un ampio ventaglio di servizi che spazia dalla mietitrebbiatura (il 77,5% delle operazioni eseguite hanno riguardato questo tipo di attività) alla lavorazione del terreno (69,4%), dalla semina e trapianto (39,8%) al diserbo (14,9%). Tali operazioni, spiega l’indagine Nomisma, vengono eseguite con mezzi meccanici che hanno un’età media compresa tra 5 e 10 anni (73% dei casi per le trattrici; 71% per le attrezzature); invece il 20% delle trattrici (il 21% delle attrezzature) ha un’età media superiore ai 10 anni, mentre solo il 7% delle trattrici ha un’età inferiore ai 5 anni. Tale percentuale risulta leggermente superiore per le attrezzature, che arrivano all’8%. La necessità di rinnovare il parco macchine con mezzi tecnologicamente avanzati rappresenta dunque un’esigenza concreta anche per le imprese agro-meccaniche. Imprese che, come emerge dalla ricerca Nomisma, finanziano gli investimenti principalmente tramite il credito bancario (39,5% del campione) e gli strumenti offerti dal rivenditore o dalla ditta produttrice (33% dei casi). Per questo, tali aziende sono particolarmente esposte alle conseguenze di eventuali dilazioni nei tempi di pagamento dei clienti (30,2%) e alle oscillazioni nel prezzo dei fattori produttivi (25,5%), ma risentono anche di problematiche non direttamente legate al cash flow, come l’eccessiva burocrazia (13,5%), la difficoltà di accesso al credito (8,8%) o la reperibilità di manodopera qualificata (3,2%).
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