La pizza napoletana ci riprova. Dopo essere stata bocciata dall’Unesco nel 2012, l’Italia sembra intenzionata a riproporre la candidatura per diventare patrimonio dell’umanità, anche grazie allo straordinario appoggio popolare, con decine di migliaia di firme raccolte in poche settimane. La pizza napoletana è già, dal 4 febbraio 2010, una Specialità Tradizionale garantita dall’Unione Europea, ma questo riconoscimento non basta a proteggerla dai numerosi tentativi di imitazione in tutto il mondo.
Oltre all’origine, la differenza la fanno anche le materie prime usate, tutte italiane, contro il pomodoro cinese, grano e cagliate dell’est Europa, olio di semi al posto dell’extravergine di oliva. Per non parlare proprio dell’identità stessa della pizza, una “proprietà intellettuale” di cui molti, tra cui gli americani, vorrebbero appropriarsi. Pizza Hut, la popolare catena di ristoranti-pizzerie americana (12.000 ristoranti in più di 100 Paesi), ha deciso di proporre, dal 19 novembre 2014, un menu totalmente rinnovato con 11 nuovi tipi di pizza, 10 nuovi tipi di impasto, sei nuove salse e quattro nuovi condimenti. Alcune delle nuove proposte faranno sicuramente accapponare la pelle ai puristi della pizza napoletana. Nel nuovo menu un nuovo impasto al miele, la salsa al parmigiano con l’aglio, sei ricette speciali tra cui quella ai sette peperoncini e le skinny slice, versione dietetica con tranci da 250 calorie ognuno. La sfida planetaria tra la vera pizza napoletana e la pizza americana è aperta.
Pizza napoletana punta al riconoscimento Unesco. E deve respingere gli ‘attacchi’ della pizza americana
Informazione pubblicitaria